Ammazzati a diciott’anni con otto colpi di pistola la sera del 18 marzo 1978 da tre persone senza volto né nome. Sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, ora, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha chiesto alla Procura di Milano di riaprire le indagini.
La richiesta fa seguito a una mozione approvata all'unanimità dal Consiglio comunale il 29 maggio 2023, su proposta di Rosario Pantaleo, consigliere del Partito democratico. “Adesso attendiamo il riscontro della Procura della Repubblica e sarebbe molto importante se fosse un riscontro positivo per la riapertura delle indagini”, ha il consigliere intervenendo in aula.
L’omicidio dei due ragazzi, entrambi frequentatori del centro sociale Leoncavallo, è rimasto irrisolto. I due stavano facendo ricerche sullo spaccio di droga nella zona e gli unici ad aver rivendicato gli omicidi furono i Nuclei armati rivoluzionari (Nar), un’organizzazione terroristica di stampo neofascista.
Le indagini, durate 22 anni, sono state archiviate nel 2000 dalla giudice Clementina Forleo “pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolare” degli allora indagati Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci: tutti membri, negli anni Settanta, nei Nar.
La ferita inflitta a Milano è, quindi, rimasta aperta. E a più riprese le famiglie di Fausto e Iaio hanno chiesto giustizia. L’attenzione mediatica sul caso è aumentata l’anno scorso, in occasione dell’uscita del podcast di Roberto Scarpetti “Viva l’Italia. Le morti di Fausto e Iaio”. Sul caso, le famiglie e l’intera città attendono, adesso, il responso della Procura di Milano.