Milano, 4 aprile 2024 – Nuova udienza, in Tribunale a Milano, del processo che vede imputato Alessandro Impagnatiello, il barman 30enne che lo scorso 27 maggio ha ucciso con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi del loro figlio Thiago.
Al centro del dibattito, oggi, la ricostruzione nei minimi dettagli del delitto da parte di medici legali e i consulenti: dall’avvelenamento con il topicida alle 37 coltellate fino al tentativo di bruciare il cadavere. In aula sono anche state mostrate le immagini del ritrovamento del cadavere.
Udienza terminata: si torna in aula l'11 aprile quando saranno ascoltati cinque testimoni dell'accusa.
Il tossicologo Mauro Minoli ha invece parlato dell'avvelenamento: "Sul cadavere di Giulia è stata rilevata traccia di topicida di marca Bromadiolone. Nel fegato era 30 volte superiore a quella trovata negli organi del piccolo Thiago. Quel tipo di topicida non ha effetto mortale immediato, inibisce la coagulazione del sangue quindi, assunto in grosse quantità, nel tempo, porta ad emorragie gastriche e intestinali. Questo tipo di topicida usato da Impagnatiello ha un sapore molto amaro, disgustoso, un sapore artificialmente introdotto, per evitare l'assunzione umana accidentale". E ha aggiunto: "La somministrazione proseguiva da almeno due mesi. Nell'ultimo mese c'è stato un grosso incremento di somministrazione". Infine, una precisazione: "Il cadavere prima di essere bruciato è stato interamente cosparso di benzina, alcol e acetone per unghie".
Anche il perito di anatomia patologica Ezio Fulcheri ha parlato del bimbo che Giulia aveva in grembo: "Nessuna lesione vascolari del feto né della placenta. Non c'erano segni di travaglio in atto. Il feto è morto per perfusione ematica". Si tratta dell'arresto del flusso ematico al bambino.
Tutti i dettagli riguardo l'omicidio di Giulia Tramontano vengono elencati mentre Alessandro Impagnatiello, dalla gabbia, piange in modo silenzioso e con la testa bassa.
"Giulia è stata aggredita alle spalle, non è riuscita a difendersi, non ci sono segni né sulle mani e nemmeno sugli avambracci", ha sottolineato l'anatomopatologo Andrea Gentilom
o. E, per quanto riguarda la modalità di uccisione, "probabilmente sono due i coltelli utilizzati. Due sono quelli ritrovati e compatibili con le diverse lesioni, alcune più profonde altre più superficiali". Mentre, "i parametri medici-autoptici sono stati vanificati dal tempo di ritrovamento del cadavere e dagli effetti delle bruciature concentrate in particolare sul viso e sul collo. I parametri sono efficaci solo nelle 24 ore successive alla morte. Una stima dell'ora del decesso può essere valutata solo da altri elementi di indagine".Dopo la descrizione dello stato del cadavere in fase di sopralluogo, ha preso la parole Andrea Gentilomo, anatomopatologo che ha coordinato l'autopsia: "La causa specifica della morte è recisione della carotide con arma da taglio. A questa lesione a tutto spessore si sono associate le altre lesioni, 24 alla zona cervicale: collo, gola, testa, in parte viso, quando Giulia, colta alle spalle, ha tentato di girarsi. Il numero di coltellate ha denotato un particolare accanimento, le altre sono state inferte alla zona polmonare e toracica. Questo ha portato ad un velocissimo shock emorragico che ha causato prima la morte di Giulia e successivamente alla morte del feto".
Il perito Nicola Galante parla anche di Thiago, il bambino che Giulia Tramontano aveva in grembo: "La morte del feto è successiva alla morte della madre. Il feto ha smesso di vivere quando non ha più ricevuto il sangue a seguito della forte emorragia causata a Giulia dalle 37 coltellate"
Il perito Nicola Galante, presente al momento del ritrovamento di Giulia Tramontano, racconta in aula lo stato del rinvenimento del cadavere: "Nonostante la carbonizzazione del cadavere erano evidenti le 37 ferite da arma da taglio al torace, alla zona cervicale e lombare. Giulia è morta per anemia acuta causata da una massiva perdita di sangue". E ancora: "Alcune lesioni, al torace e al collo erano particolarmente profonde. Era stata usata un'arma molto tagliente. Non c'erano ferite da difesa sulle mani di Giulia". L'esperto ha inoltre parlato di "compatibilità generica" in relazione ai due coltelli da cucina sequestrati nell'appartamento di via Novella a Senago.
La Corte, citando l'articolo 472-473 del codice di procedura penale, dispone le porte chiuse solo in relazione all'oggetto dell'imputazione, quindi porte chiuse per le immagini del rinvenimento del cadavere e per la discussione della consulenza sull'autopsia: giornalisti e pubblico, tra cui anche diversi studenti, sono stati fatti uscire dall'aula. Giulia è stata uccisa con 37 coltellate nell'abitazione della coppia a Senago nel Milanese. Nei giorni successivi al delitto, Impagnatiello avrebbe tentato di bruciare due volte il corpo, per poi farlo rinvenire dietro ad alcuni box a poche centinaia di metri da casa.
In aula saranno proiettate le immagini del ritrovamento del cadavere di Giulia Tramontano. La Corte su richiesta della Procura e delle parti civili si è ritirata per decidere se procedere a porte chiuse.
Mario, il fratello minore di Giulia Tramontano, ha postato una foto della famiglia. E accanto ha scritto: "Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita, affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato la possibilità di essere una madre, una figlia, una sorella e tanto altro. Ti amo e mi manchi Giulié".
Anche Loredana Femiano, mamma di Giulia, ha scritto su Instagram un messaggio dedicato a sua figlia: "Oggi ancora più forte: giustizia per Giulia e Thiago".
"Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora, affinché sia fatta giustizia per lei e Thiago". Sono le parole che Franco Tramontano, papà di Giulia, ha affidato ai social prima della quinta udienza in tribunale a Milano, la prima senza i familiari della 29enne.
La famiglia di Giulia Tramontano oggi non è presente in aula. La scorsa udienza, il 7 marzo, la sorella Chiara e la madre Loredana Femiano era state chiamate a deporre. Così come la madre e il fratello di Impagantiello.
Prende il via oggi la quinta udienza in corte d'Assise del processo ad Alessandro Impagnatiello, il 30enne barman che ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano con 37 coltellate. Al centro del dibattito, oggi, i continui tentativi di avvelenamento della compagna e del feto che portava in grembo. Parleranno, quindi, i medici legali e i consulenti per ricostruire i dettagli del femminicidio.