Milano, 11 aprile 2024 – Sesta udienza, questa mattina in Tribunale a Milano, del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, il barman reo confesso di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, lo scorso 27 maggio nella loro abitazione a Senago, nel Milanese, dopo che la donna aveva scoperto la relazione parallela del fidanzato con una collega di lavoro. Oggi in aula sono stati ascoltati cinque testimoni dell’accusa: i carabinieri che hanno estrapolato i contenuti del pc e dei telefoni dell’imputato; un amica della vittima, il titolare di una ferramenta e una vicina di casa della coppia.
Alessandro Impagnatiello sarà interrogato in aula il prossimo 27 maggio, esattamente un anno dopo l'omicidio della compagna Giulia Tramontano. La Corte di Assise ha poi fissato un'udienza per il 23 dello stesso mese, quando saranno sentiti gli ultimi testimoni dell'accusa, e il 10 giugno per quelli della difesa.
Dopo i testimoni dell'accusa che hanno parlato oggi, l'udienza è terminata: si torna in aula il 23 maggio con i Ris di Parma.
Infine, la vicina di casa racconta di avere sentito Giulia litigare il giorno prima che venisse uccisa. Il giorno dopo ha notato c'era della cenere in corrispondenza delle scale che portavano al suo appartamento. "C'era molta cenere, io e mio marito abbiamo pensato che ci fosse stata una grigliata condominiale".
Tra i testimoni in udienza c'è anche il titolare di una ferramenta di Senago: "Il ragazzo (Impagnatiello, ndr) è entrato in negozio con il cappuccio sulla testa, una felpa e una giacca. Mi ha chiesto di comperare il carrello (con cui poi trasporterà il corpo carbonizzato di Giulia), non mi ha guardato in faccia e ha pagato 170 euro, poi se ne è andato".
Sempre stando a quanto racconta l'amica di Giulia Tramontano, la sera dell'omicidio, Sara invia alle 21.50 l'ultimo messaggio, ma "quel mio 'ti abbraccio' non è mai stato letto". Il giorno dopo Impagnatiello la cerca per chiederle dove fosse Giulia, ma lei non risponde e contatta la sorella della 29enne. "Qualche minuto dopo su Instagram la mamma di lui mi comunica che era dai carabinieri e se potessi darle qualche informazioni su Giulia. Lunedì (due giorni dopo l'omicidio, ndr) Impagnatiello mi chiese se Giulia fosse arrivata in ufficio", conclude la testimone.
Dopo i carabinieri, viene sentita Sara, amica e collega di Giulia Tramontano da tre anni: "Mi accolse il mio primo giorno di lavoro, passavamo insieme tutta la settimana. Mi raccontava che la sua vita di coppia era molto problematica, che lui non c'era mai". La testimone prosegue: "Sapevo tutto dei tradimenti. Mi confessò che era stata contattata da una ragazza che le aveva confessato di essere la fidanzata di Impagniatiello e che lei l'avrebbe incontrata per poi chiudere definitivamente la relazione". In aula viene fatto ascoltare un audio del 27 maggio, alle 18, in cui la vittima parla con l'amica dopo aver incontrato l'altra ragazza e racconta: "Sono sotto choc per quello che ho scoperto. Aveva tutta una vita parallela". In quel momento, riascoltando la voce di Giulia, mamma Loredana scoppia a piangere.
I messaggi successivi, Giulia è scomparsa ma in realtà è già morta, sono mandati da Impagnatiello per 'costruirsi' un alibi e fingere una preoccupazione che non c'è. "Non sono stato una fidanzato ideale, lo so, ma ti amo, sei l'unica ragazza che ha accettato mio figlio (Il barman è padre di un bambino avuto da un precedente rapporto sentimentale). Non posso accettare di vedere che non ti brillano più gli occhi quando mi vedi". E ancora: "Ti prego, dimmi che sei fuggita in un Paese lontano. Batti un colpo".
Poi, si passa ai messaggi WhatsApp tra Giulia e Alessandro. A leggerli è Gianluca Bellotti, il militare che ha eseguito le copie forensi dei cellulari del barman. La scoperta di un rossetto nell'auto del compagno e il silenzio di lui portano a troncare una storia che non la rende felice. "E' stato un piacere Ale", scrive Giulia il 9 maggio del 2023 e il giorno successivo la 29enne aggiunge "ognuno per la propria strada". Inutile il tentativo di Impagnatiello di recuperare: "Amore, tu pensi di trovare felicità mettendomi da parte?",. E ancora: "Vuoi dividerti da me con un bambino in pancia? Fai questi ragionamenti? Ma che madre sei?". "Accetta la mia decisione e chiudiamo il discorso, non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità" scrive lei il 25 maggio chiedendo così di essere lasciata in pace. "Non voglio vivere una vita vicino a una persona sbagliata" è il senso delle parole che la quasi mamma pronuncia verso il compagno che la tradisce. "Saluta Thiago lo vedrai dal binocolo" è il tenore di un altro messaggio che anticipa la fine della coppia, prima dell'incontro tra la vittima e l'altra donna dell'imputato. L'ultimo messaggio di Giulia è delle 18.30 del 27 maggio scorso ed è lapidario: "Fatti trovare".
A quattro giorni dall'omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello era "assolutamente collaborante e anche freddo". A descriverlo così è il comandante della sesta sezione del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, Gianluca Bellotti. Il 31 maggio 2023, poche ore prima del rinvenimento del corpo della 29enne incinta di sette mesi, Impagnatiello "è venuto nel nostro ufficio e ci ha consegnato il telefono, era molto disponibile anche alle nostre richieste del pin e delle password. Si è mostrato freddo, non agitato". Uno stato d'animo che avrebbe mantenuto, secondo la testimonianza, anche quando gli è stata notificata l'informazione di garanzia, per cominciare "a vacillare" soltanto qualche ora dopo. Rispondendo alle domande del pm Alessia Menegazzo, Bellotti aggiunge poi che intorno alle 20 dello stesso giorno il barman ha avuto "quasi un piccolo crollo, come se avesse capito che noi eravamo a conoscenza di tutta la realtà. Quella freddezza, quella serenità e quella calma che lo avevano contraddistinto, hanno vacillato".
Tra le ricerche che ha fatto Impagnatiello su internet, mentre Giulia risultava scomparsa, si trova "la vita di Alberto Stasi a Bollate" (il giovane sta scontando una condanna definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco, ndr) e "come disconnettere Whatsapp". E ancora: "evitare giornalisti sotto casa", "rimuovere macchie di sudore, macchie di sangue e macchie ruggine dalle auto". Chiaramente cercava un metodo per rimuovere ogni eventuale traccia.
I genitori di Giulia, Loredana Femiano e Franco Tramontano, arrivano nell'aula del Tribunale di Milano per seguire l'udienza a carico di Alessandro Impagnatiello.
L'udienza si apre con la deposizione dei carabinieri che hanno estrapolato i contenuti del pc e dei telefoni di Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano. Gli accertamenti forensi permettono di dare una visione del contenuto delle chat e delle mail del barman.
Il fratello di Giulia ha invece scelto di rendere omaggio a sua sorella con una serie di fotografie in bianco e nero che la immortalano da sola e in sua compagnia.
Anche la mamma di Giulia, Loredana Femiano ha pubblicato uno scatto che immortala sua figlia con il pancione e accanto la scritta: "Lo grideremo ogni giorno....giustizia!" con a corredo l'hastag #giustiziapergiuliaethiago. Come sottofondo la canzone di Arisa ‘Meraviglioso amore mio’.
In vista dell’appuntamento in Tribunale, la famiglia di Giulia grida ancora una volta giustizia sui social, con messaggi, fotografie e video. Papà Franco ha postato in una storia Instagram la fotografia di sua figlia al tramonto accompagnata dalla musica di ‘Per sempre’, di Ligabue e dalla didascalia: “Con il sorriso e la bontà di animo hai illuminato la vita di chi ti era vicino. Il tuo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori, la tua luce continuerà a brillare nel cielo e il vento ci porterà il tuo profumo. Giulia, chiederemo giustizia per voi senza mai arrenderci. Il vostro assassino deve marcire in galera”.
Oggi, giovedì 11 aprile, sesta udienza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello. Il barman è reo confesso dell'omicidio della compagna Giulia Tramontano, incinta di sette mesi del loro figlio Thiago. Il delitto - 37 coltellate di cui due mortali - è avvenuto nella casa della coppia a Senago, nel Milanese, lo scorso 27 maggio. Il giovane avrebbe tentato di avvelenare la fidanzata per mesi prima di ucciderla, somministrandole a sua insaputa del veleno per topi.