Milano, 3 agosto 2023 – C'è anche un capello isolato nel cellophane che avvolgeva il cadavere di Giulia Tramontano, la giovane uccisa con 39 coltellate dal fidanzato e padre del bambino che lei aspettava, Alessandro Impagnatiello.
Il cadavere, avvolto dalla plastica era stato poi abbandonato fra le sterpaglie accanto al garage di pertinenza del condominio, a Senago. Il Ris di Parma procederà agli esami biologici il 10 agosto.
I tentativi di bruciare il corpo
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, Impagnatiello prima di abbandonare il cadavere della fidanzata avvolto nel cellophane nell’area di sterpaglie tra i box, aveva cercato in due occasioni di bruciare il corpo della ragazza, prima nella vasca da bagno dell'abitazione di via Novella 14/A e poi nel box sotto la palazzina. Proprio le alterazioni sui tessuti del corpo di Giulia dovute alle ustioni hanno reso difficoltoso stabilire l’esatto orario della morte, avvenuta – hanno stabilito gli esami autoptici – tra le 19.05 e le 20.30 del 27 maggio.
I tempi dell’orrore
Il primo orario è quello in cui Giulia è stata riaccompagnata a casa dalla madre di Impagnatiello e dal compagno di lei, che erano andati a prenderla alla fermata Comasina della metropolitana gialla dopo l'incontro chiarificatore con la 23enne che aveva una relazione parallela con il suo compagno. Il secondo orario è quello in cui la stessa ragazza, preoccupata per le sorti di Giulia, ha iniziato a ricevere messaggi "strani" dal numero di cellulare della vittima che, secondo gli investigatori, furono inviati dallo stesso Impagnatiello, per tranquillizzare la sua amante e fingere che la compagna fosse ancora viva.