Milano – Nuova udienza del processo contro Alessandro Impagnatiello per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Tramontano, uccisa al settimo mese di gravidanza il 27 maggio 2023, nella casa in cui i due abitavano a Senago. In aula per testimoniare davanti ai giudici della Corte d’Assise poco dopo le 10 è arrivata Allegra, la ragazza italo-inglese di 23 anni con cui Impagnatiello ha portato avanti una relazione parallela a quella con Giulia Tramontano.
Il paravento
La giovane ha iniziato la sua deposizione nascosta da un paravento per non essere visibile. Durante la testimonianza ha però chiesto di toglierlo. E almeno in due occasioni ha incrociato lo sguardo di Impagnatiello, seduto a pochi metri nella gabbia degli imputati.
L’inizio della relazione
Il racconto Allegra, che si è interrotta più volte in lacrime, è partito ricostruendo l’inizio della relazione con Impagnatiello, suo collega all'Armani Cafe. "Ho conosciuto il collega a giugno del 2022 – ha detto in aula – e abbiamo iniziato una frequentazione fuori dal lavoro, principalmente ci vedevamo a casa mia in viale Certosa a partire da gennaio 2023. Lui da dicembre mi diceva che Giulia non c'era più nella sua vita. Che si erano lasciati perché la relazione non andava bene e che era stato lui a non voler stare più con lei e voleva andare avanti".
Giulia incinta e le bugie di Impagnatiello
La deposizione della ragazza prosegue il racconto delle bugie dell’imputato. "Poi ho visto le foto della loro vacanza. Ho visto che lei era incinta. Ma mi disse che il bambino non era suo e che lui la voleva solo aiutare perché lei era rimasta sola e stava male. Lui le voleva solo stare vicino. Io gli ho creduto per un po’”.
La gravidanza e l’aborto
A complicare ulteriormente la situazione arriva anche la gravidanza della stessa Allegra. "A gennaio del 2023 - prosegue il racconto della testimone - ho saputo di aspettare un bambino di Alessandro". Parole pronunciate dalla ragazza tra le lacrime. Allegra chiede quindi interrompere un momento. Parlando della gravidanza poi dice: “Ho deciso io di abortire, perché non stavo bene, e io per questo, comunque, ci soffro ancora”.
I sospetti
La ragazza riprende poi a descrivere ancora le menzogne di Impagnatiello. "Avevo cominciato ad avere sospetti di lui e sulla sua storia con Giulia purché quando andavo a casa sua a Senago trovavo ancora cose di Giulia. Alessandro insisteva che il bambino che aspettava Giulia era frutto di un incontro occasionale di lei a Napoli con uno sconosciuto. Poi diceva che lei non stava bene, aveva una gravidanza difficile (in realtà lui la stava avvelenando) e che aveva tentato il suicidio quindi si era offerto di aiutarla e l'aveva portata in vacanza".
La festa di compleanno
In aula viene proiettato un video, girato in un locale durante la festa di compleanno di Allegra, in cui Impagnatiello e la ragazza appaiono felici e complici. Nel video Impagnatiello annuncia che a settembre del 2023 sarà ufficialmente fidanzato con Allegra. Proprio in riferimento al compleanno della ragazza, viene poi trasmesso un messaggio vocale di Giulia ad Allegra inviato il 27 maggio, giorno in cui è stata uccisa (a quel punto le due ragazze si era già sentite): "Pur di venire al tuo compleanno, mi ha fatto ricevere i mobili per la cameretta del bambino da sola. C'era una libreria lì, io non riuscivo a spostarli. Mi ha detto che andava a una grigliata. Ma che pezzo di m…".
La telefonata a Giulia e l’incontro
Allegra parla di cosa successe prima del 27 maggio, giorno dell'omicidio, "l'ho affrontato e gli ho detto che sapevo tutto e volevo finire la relazione, siamo tra il 20 di maggio e il 27, forse il 24, 25, e lui mi disse che voleva parlarmi della sua situazione e continuava a negare, a dire che non era il padre del bimbo, anche se avevo scoperto che il test del Dna era falso. Diceva che non stava più con Giulia. 'Se non ci credi che non è figlio mio chiama Giulia', mi minacciò così. Ma io avevo già deciso di chiamarla, volevo dirle che ne avevo abbastanza delle bugie di lui, lei doveva sapere, lui continuava a negare tutto nonostante le prove che avevo. Quando ho chiamato Giulia lei mi ha ringraziato, le ho spiegato chi ero e che ero nella sua stessa situazione, mi ha detto che voleva vedermi, mi ha detto che ci dovevamo vedere quello stesso giorno. Lui ha scoperto che avevo parlato con lei ed era incazzato, mi ha detto: 'ti metti a chiamare Giulia'. Poi, quando lui ha capito che Giulia stava venendo sotto l'hotel a parlare è uscito prima dal lavoro. Noi gli avevamo anche proposto di partecipare al nostro incontro".
“Ti prego salvati”
In aula viene mostrato e letto un messaggio inviato verso le 14.30 del 27 maggio da Allegra a Giulia, prima di incontrarla per confrontarsi sugli inganni del barman, poche ore prima dell'omicidio. “Ti prego salvati appena puoi – scrive la ragazza – Ora voglio e devo salvare te e il tuo bimbo”.
La sera del 27 maggio
La testimonianza arriva fino alla sera del 27 maggio quando Impagnatiello, che aveva già ucciso Giulia, tentò di entrare anche in casa della 23enne, che non gli aprì e gli parlò dalla finestra. Aveva “paura” di lui, come aveva già messo a verbale, ed era “preoccupata per Giulia”, mentre lui era “molto agitato”. Stando alle indagini dei carabinieri, il 30enne avrebbe potuto anche uccidere l'altra ragazza quella sera.