Milano, 21 marzo 2024 – Nuova udienza, questa mattina in Tribunale a Milano, del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi che è stata uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello. L'ex barman trentenne, detenuto nel carcere San Vittore, rischia l'ergastolo.
In aula, dopo Chiara Tramontano, sorella della vittima, tra i testimoni è intervenuto un collega di Impagnatiello: “Nel maggio 2023 ero sommelier all’Armani hotel, con Impagnatiello siamo stati assunti lo stesso giorno. Lui era al bar io al ristorante, lavoravamo a stretto contatto”. Il giovane ha fatto un breve ritratto dell’imputato, ha parlato dell’incontro tra Giulia e Allegra, la fidanzata dalla quale aspettava un figlio e la ragazza che frequentava parallelamente, e la preoccupazione nei confronti di entrambe le ragazze.
“Un mentitore seriale”
Da subito emergono le bugie di Alessandro Impagnatiello, che ha un figlio da una precedente relazione. “In hotel era risaputo che avesse un figlio e lo nascondesse a tutti, ce l'avevano detto alcuni suoi ex colleghi. Quando glielo chiedevamo, a più riprese, ha sempre negato. Addirittura, davanti alla foto che lo ritraeva con il bambino, diceva che era suo nipote”.
Non solo. “Aveva mentito anche su problemi in famiglia, dicendo che i suoi genitori erano molto malati per ottenere permessi e uscite anticipate sul lavoro. Agli ex colleghi aveva dichiarato che il padre era terminale, a noi aveva detto la madre… poi rubava soldi e oggetti sia al ristorante che in cucina, metteva in difficoltà anche noi. Lo sapevano tutti", continua il testimone.
L’altra ragazza conosciuta al bar
Alessandro Impagnatiello conosce Allegra al bar e intreccia una relazione con lei, mentre sta con Giulia. “Era palese che avessero una relazione: arrivavano e andavano via insieme, facevano tutte le pause insieme e si cercavano. Ma negava anche questo rapporto e diceva di essere single. Allegra soffriva per le bugie. Le aveva raccontato che a Ibiza era stato con il cugino, ma lei poi aveva scoperto che era con Giulia. A quel punto lui aveva raccontato alla ragazza che Giulia era pazza e lui la doveva aiutare. Ma a seconda della persona con cui parlava dava una versione diversa, erano comunque sempre le donne quelle pazze o che vogliono stare con lui".
L’incontro tra le Giulia e Allegra
Il collega poi ricostruisce l'incontro tra le due fidanzate - sabato 27 maggio del 2023 - e le ultime ore di vita della donna incinta del piccolo Thiago. “Erano sedute, una accanto all'altra, a parlare fitto fitto come due amiche” racconta. Dalle ore 19 l'altra donna “riceve messaggi che non erano compatibili con la conversazione di qualche ora prima, sembravano costruiti, senza empatia, messaggi con cui cercava di chiudere la conversazione”. Anche la videochiamata nell'appartamento di Senago non rasserena i colleghi di lavoro. “L'inquadratura era ferma, selezionata. Ha fatto il tragitto dal bancone alla camera ma Giulia non c'era”. Un'assenza che fa collocare la morte della 29enne proprio nella serata di sabato.
“Pericolo per Giulia e Allegra”
A quel punto, quella sera, il testimone e un altro collega di lavoro decidono di accompagnare a casa Allega. Impagantiello era vicino “alla fermata del tram, era l'ultima corsa di quella sera ed era inevitabile che se non l'avessimo accompagnata in auto lei doveva essere lì. È salita in casa e le abbiamo detto di non aprire per qualsiasi motivo. Abbiamo percepito pericolo, sia per lei che per Giulia”.
I guanti in lattice nello zaino
La mattina seguente, Impagnatiello si presenta con la barba incolta. “Molto trasandato, era visibilmente stanco”. Dallo zaino, stranamente, spuntano però dei guanti in lattice. “Alcuni colleghi sono rimasti colpiti”. Nello stesso zaino gli inquirenti troveranno anche del topicida, lo stesso con cui il barman 30enne stava da mesi tentando di avvelenare la compagna.
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