NICOLA PALMA
Cronaca

‘Taxi driver’ al Corvetto: l’illusione del gratta e vinci, il diario segreto del killer e i setti spari al barista Paolo

Il movente del delitto è stato scovato dalla polizia nel computer dell’assassino Oronzo Pede. Il “Turista per sempre”, la rabbia per una vincita inesistente e il piano progettato per 5 anni

Oronzo Pede

Oronzo Pede

Milano – “Mi reco in un bar spostato a destra dell’ufficio sul marciapiedi opposto, prendo un caffè e nel pagare gli chiedo anche un biglietto “gratta e vinci”. Torno in ufficio e dopo varie telefonate non molto belle gratto questo biglietto: visto che si trattava di un turista per sempre, escono due turisti. Io con la mente tra le nuvole, pensando come avrei potuto parare i colpi, cercare una soluzione, e non essere a conoscenza di quello che avevo in mano, chiedo al proprietario del bar: “Ho vinto qualcosa?”. Lui, con un sorriso insignificante, mi risponde: “Non bastano due turisti, ma ce ne vogliono tre””.

Estate del 2017. Oronzo Pede, imprenditore in serissime difficoltà economiche, affida le sue confessioni a un diario intitolato “Presentazione della vita”: scrive di un fantomatico biglietto vincente acquistato in una tabaccheria di piazza Angilberto angolo Bessarione; sostiene di aver raschiato con una monetina la tesserina del gioco da 5 euro e di aver scovato i “due turisti” che garantiscono un premio da 300mila euro subito, 6mila al mese per 20 anni e 100mila di bonus finale; e già in quel primo sfogo fa capire che l’uomo che gli ha venduto il tagliando gli avrebbe mentito.

Passa qualche giorno, e Oronzo, all’epoca sessantasettenne, si ritrova a parlare con alcuni amici. Uno dice: “Mi basterebbe un turista per sempre e sarei a posto”. Lui domanda: “Quanti ne devono uscire per vincere?”. E l’altro: “Bastano due!”. “A quel punto – ricostruirà nella delirante autobiografia – comincio a grondare di sudore, e mi sono spostato dal punto in cui ero seduto per non dare sospetti: fra me ho pensato “ma io ne ho avuto in mano uno, e mi ha detto che ce ne volevano tre”... posso farvi immaginare cosa provavo in quel momento, avrei salvato l’azienda e la mia vita”.

È quello il giorno spartiacque, che cambierà per sempre la vita di Pede e soprattutto del titolare del bar dove ha acquistato il gratta e vinci, il cinese Ruiming Wang. È quello il giorno in cui il leccese trapiantato a Milano inizia a covare la rabbia che esploderà la mattina del 19 dicembre 2022 con i sette colpi di pistola per uccidere il trentacinquenne che al Corvetto era Paolo per tutti.

ANGI
Il luogo dell'omicidio, piazza Angilberto a Milano

L’incredibile movente dell’omicidio, che ricorda la storia di Travis Bickle-Robert De Niro nel capolavoro di Martin Scorsese “Taxi driver”, è emerso solo nel momento in cui gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dal pm Bianca Maria Baj Macario e guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Domenico Balsamo, hanno analizzato il contenuto del pc del killer, che il giorno dopo il delitto si è sparato un colpo in testa ferendosi gravemente.

I poliziotti hanno risolto il caso quattro mesi dopo il raid letale, anche se i danni provocati dalla pallottola che Pede ha esploso contro di sé gli hanno fatto perdere la capacità di partecipare coscientemente al processo (come accertato da una perizia disposta dalla Procura). Ai primi di novembre del 2024, i familiari hanno comunicato agli inquirenti il decesso dell’uomo; e il 6 dicembre il gip ha chiuso definitivamente il caso con la sentenza di non luogo a procedere.

Quel che resta è il dolore dei parenti di Wang, che hanno scoperto che il loro figlio, marito e fratello è stato assassinato per un assurdo equivoco, che ha innescato la mano di una persona sull’orlo del fallimento finanziario. Le certosine indagini dei segugi di via Fatebenefratelli hanno accertato che in quel bar non è mai stato venduto un biglietto vincente di “Turista per sempre”: lo attesta senza ombra di dubbio l’elenco di fortunati – prodotto direttamente dalla Sisal con tanto di nomi e cognomi – premiati col vitalizio negli ultimi 15 anni. Tradotto: Paolo non ha nascosto al suo cliente alcun tagliando baciato dalla buona sorte; e l’assenza di entrate sospette nei conti correnti di famiglia è lì a testimoniarlo una volta di più. La mente offuscata di Pede ha costruito un mondo parallelo, generando incubi senza senso: il fiume d’oro di fianco al letto, il sogno del “mio Santo”, la bara del padre posizionata davanti al bar “dove avevo preso il biglietto”.

Il 12 febbraio 2019, l’uomo annota: “Mi sono iscritto al poligono di tiro nazionale a Pavia, dopo svariate visite mediche, sabato prossimo cominciamo a fare il corso per avere il porto d’armi, mai più avrei pensato di arrivare a questo, ma non posso farla passare liscia a quel pezzo di m., quindi è solo questione di tempo per far giustizia del maltolto”. Con una postilla tra parentesi: “Mi ha rovinato l’esistenza e non mi do pace fino a quando non si compie l’opera”. Tre mesi dopo: “Oggi 19 maggio 2019, non vedo l’ora che mi diano il porto d’armi”. E poi: “Oggi 5 novembre 2019, finalmente ieri ho avuto la telefonata che aspettavo da tempo, è arrivato il porto d’armi e sono passato a ritirarlo, adesso devo solo programmare il da farsi, comprare l’arma giusta e fare un po’ di pratica per non fare errori...”. Ancora: “Oggi 11 novembre 2019, oggi mi sono recato a un’armeria consigliato da un conoscente, quindi ho trovato a buon prezzo un’arma simile e della stessa marca che mi alleno al tiro a segno di Pavia, adesso non rimane che pianificare il giorno, l’ora e il momento in cui agire, quindi ci siamo, è solo questione di giorni”. Passeranno tre anni, con la pandemia a rallentare il piano criminale, per arrivare all’alba piovosa di un giorno d’inverno. L’ultimo di Paolo.