NICOLA PALMA
Cronaca

Omicidio Jhonny Sulejmanovic, la svolta: 3 arresti, caccia a chi ha sparato

Il 18enne ucciso a colpi di pistola in via Varsavia. Il commando era composto da 4 persone, ancora ricercato l’uomo che ha fatto fuoco

Milano – Il primo litigio nella serata del 25 aprile. L'invito (‘Vieni a bere una birra con noi’) rifiutato da Jhonny Sulejmanovic e la reazione contro l'uomo che l'aveva svegliato alle 23, mentre stava dormendo con la moglie nel Ducato parcheggiato in via Varsavia, a Milano.

Jhonny Sulejmanovic. A destra, rilievi sul luogo dell'omicidio
Jhonny Sulejmanovic. A destra, rilievi sul luogo dell'omicidio

La vendetta di quest'ultimo, che avrebbe chiamato altre persone in suo aiuto e si sarebbe ripresentato nel cuore della notte in zona Ortomercato. I colpi di mazza sui vetri del furgone, il diciottenne trascinato in strada dal commando e i tre colpi di pistola calibro 7.65 che non gli hanno lasciato scampo. A due mesi dall'omicidio del giovane rom bosniaco, gli investigatori hanno arrestato tre dei quattro presunti responsabili del raid killer: in manette, stando a quanto risulta, il trentatreenne Roberto Ahmetovic, colui che avrebbe avuto la prima violenta discussione con la vittima, il cognato trentottenne Jadovar e il trentacinquenne Rubino Sulejmanovic, che quella sera era con Ahmetovic già nella prima fase e che è stato indicato agli inquirenti dai familiari di Jhonny nelle ore immediatamente successive (con tanto di video postati sul profilo TikTok) come direttamente coinvolto nell'assassinio.

A Rubino Sulejmanovic è stata contestata anche la rapina, visto che quella notte, dopo l'omicidio, sarebbe entrato all'interno del Ducato per portare via una borsetta contenente gioielli e 4mila euro in contanti. Un blitz mirato, come se il commando sapesse di andare a colpo sicuro. Un blitz che ha contribuito a incastrare una volta di più il trentacinquenne, che in quell'occasione avrebbe lasciato un'impronta digitale poi isolata dagli specialisti della Scientifica.

L'uomo è stato arrestato a Milano, mentre il trentottenne Jagovar Ahmetovic è stato bloccato a Pioltello. Il cognato Roberto, invece, era scappato subito all'estero, in Francia passando dalla Svizzera, ma poi è rientrato in Italia nelle ore immediatamente precedenti al blitz della polizia. La pistola utilizzata per il raid killer non è stata ancora recuperata: con ogni probabilità, i presunti assassini se ne sono disfatti subito dopo l'azione in via Varsavia.

La dinamica

Stando a quanto ricostruito dalla Procura, a sparare sarebbe stata una quarta persona ancora ricercata da chi sta indagando sul caso. Secondo testimonianze e telecamere, attorno alle 3, Ahmetovic e altri tre piombarono in via Varsavia e uccisero Sulejmanovic davanti alla compagna incinta Samantha, che riuscì in qualche modo a scappare. Il rumore dei finestrini in frantumi e degli spari risvegliarono i familiari di Jhonny, già intervenuti quattro ore prima per dare manforte al parente contro Ahmetovic: il primo a uscire dal camper parcheggiato lì davanti fu il padre del diciottenne, ma i killer esplosero alcuni colpi in aria per spaventarlo e proteggersi la fuga a bordo della Seat grigia usata per l'agguato. Come già ipotizzato nei primi giorni, due dei quattro componenti del gruppo sarebbero espatriati immediatamente, scappando in Francia per sfuggire ai blitz immediati delle forze dell'ordine seguiti alle indicazioni precise fornite dai parenti di Jhonny.