
Domenico Livrieri e la sua vittima, Marta Di Nardo
Milano, 7 aprile 2025 – Quando uccise la vicina di casa, Domenico Livrieri avrebbe dovuto trovarsi in una Rems anche in ragione della sua pericolosità sociale, ma per lui non c'era posto ed era stato lasciato in libertà. È stato condannato a 25 anni di carcere l'uomo che nell'ottobre 2023 ha ammazzato e fatto a pezzi la 60enne Marta Di Nardo, nascondendo poi il cadavere in una botola sopra la porta della sua cucina in un palazzo Aler in via Pietro Da Cortona, a Milano.
Per l'uomo, con problemi psichici e seminfermità mentale riconosciuta da una perizia della Corte d'Assise, il pm Leonardo Lesti aveva chiesto una condanna a 25 anni di reclusione, applicando le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti. Richiesta accolta dai giudici, che hanno disposto anche il ricovero in una Rems per 5 anni a pena espiata.
Il difensore di Livrieri, l'avvocato Diego Soddu, dopo aver ricostruito anni di disagi e ossessioni si è appellato alla Corte d'Assise chiedendo di "giudicare con compassione" e di "non cercare di capire quello che è irrazionale". "Questo delitto non ha radici in un contesto criminale - ha spiegato in aula - ma in un contesto di disagio sociale e la sua vita non merita di essere buttata in un cestino".
Livrieri, prima di ammazzare la vicina, "gridava aiuto per farsi ricoverare in un ospedale psichiatrico". All'epoca, per i reati commessi in passato, avrebbe dovuto trovarsi in una Rems, un ex ospedale psichiatrico giudiziario, ma il provvedimento era rimasto ineseguito per la cronica carenza di posti. Si sono costituiti parti civili i familiari della vittima: per loro i giudici hanno disposto una provvisionale di 20mila euro, come anticipo del risarcimento da liquidare in sede civile.