REDAZIONE MILANO

Omicidio di piazzale Gambara, il gip: “Raffaele Mascia resti in carcere, ha ucciso Ivan Disar reagendo in modo sproporzionato a una minaccia che non c’era”

Per il giudice delle indagini “la vittima e l’amico rimasto ferito erano sì sotto effetto di sostanze alcoliche, ma non erano molesti”. L’arma usata dal ventunenne ancora non si trova

La panetteria di piazzale Gambara teatro della sparatoria mortale

La panetteria di piazzale Gambara teatro della sparatoria mortale

Milano, 21 febbraio 2025 – Raffaele Mascia, 21 anni, che il 15 febbraio, nella panetteria gestita dal padre di piazzale Gambara a Milano, ha preso la pistola e ha ucciso l'ucraino Ivan Disar, 49 anni, e ha ferito il connazionale 26enne Pavel Koresko, ha agito così solo perché era infastidito da quei due clienti ubriachi, con una reazione sproporzionata, anche perché, dagli atti e dalle testimonianze, non risulta che i due fossero molesti. 

La custodia cautelare

Lo si evince dall'ordinanza del gip Luca Milani che ha applicato oggi la custodia cautelare in carcere per omicidio e tentato omicidio aggravati dai futili motivi. Tra l'altro, il padre del 21enne ha messo a verbale, come risulta dal provvedimento, che la vittima era un cliente abituale del negozio e anche un suo amico fraterno. Dalle testimonianze delle due donne presenti nella panetteria, inoltre, non risulta affatto che il giovane, come invece lui ha raccontato al pm Carlo Enea Parodi, sia stato minacciato o intimidito. Per il giudice il 21enne, difeso dagli avvocati Valentina Camerino e Giuseppe Pennisi, "ha dimostrato di non essere in grado di controllare i propri impulsi violenti e di non avere alcun rispetto per la vita altrui. Come sottolineato in precedenza, egli avrebbe potuto tenere condotte alternative, come chiamare le Forze dell'Ordine o, al limite, esplodere dei colpi in aria o a terra per convincere i clienti ad allontanarsi". 

Nel riquadro Raffaele Mascia
Nel riquadro Raffaele Mascia

La versione che non convince

Il 21enne ha sostenuto che Disar gli avrebbe detto che quella sera avrebbe ammazzato lui e il padre. Sempre Mascia ha ulteriormente giustificato la sua reazione con queste parole: “Ho perso la testa...” Versione che non trova riscontri né per la Procura né per il giudice per le indagini preliminari. Una donna che era in compagnia dei due ucraini ha spiegato di non aver sentito mai i due suoi amici pronunciare minacce nei confronti di Raffaele Mascia, anche se lui ad un certo punto, stando sempre alla testimonianza, avrebbe detto che Disar gli avrebbe intimato di sparire, altrimenti avrebbe sparato. 

La Scientifica impegnata nei rilievi sabato 15 febbraio in piazzale Gambara
La Scientifica impegnata nei rilievi sabato 15 febbraio in piazzale Gambara

Reazione spropositata

Due giorni fa il giovane, assistito dai legali Giuseppe Alessandro Pennisi e Valentina Camerino, era stato interrogato dal pm nel carcere di San Vittore, dove è detenuto dal 17 febbraio con le accuse di omicidio e tentato omicidio aggravati dai futili motivi e porto illegale dell'arma. Secondo la versione di Mascia, quel pomeriggio nella panetteria sarebbe stato minacciato dai due e per quello avrebbe reagito, perdendo la testa. Poi, ieri sempre davanti al gip il 21enne è rimasto in silenzio continuando a non dire dove ha nascosto la pistola. Nella testimonianza resa dalla donna che era in compagnia dei due ucraini, però, non c'è traccia delle presunte minacce. Per ora dalla sua versione è emerso che il giovane avrebbe reagito perché si sarebbe sentito infastidito dalla presenza nel locale dei due, dalle loro parole e dai loro comportamenti.