Milano, 16 settembre 2024 – Una perizia psichiatrica per stabilire se era capace di intendere e volere Bilel Cubaa, 28enne tunisino, quando, il 13 settembre dello scorso anno, ha ucciso Yuri Urizio, 23 anni, in zona Darsena a Milano, strangolandolo fino a soffocarlo, senza un apparente motivo, senza «ragioni specifiche», come era emerso dagli atti.
È quanto hanno disposto i giudici della Corte d'Assise di Milano (togati Bertoja e Fioretta) che hanno affidato l'incarico per l'accertamento alla psichiatra Marina Verga, che depositerà la sua relazione entro fine novembre, con udienza, poi, fissata per il 2 dicembre. Sia il pm Luca Poniz, sia la difesa col legale Marco Ciocchetta che la parte civile con l'avvocato Fabio Gualdi, che rappresenta la madre della vittima, hanno nominato propri consulenti per la perizia. Quello della parte civile è il professore Marco Lagazzi.
Con l'accertamento psichiatrico si dovrà stabilire anche se ha influito sulla capacità di intendere e volere l'uso di sostanze stupefacenti o farmacologiche, perché il 28enne era in cura per una forma di depressione. E andrà analizzata l'eventuale pericolosità sociale dell'imputato, ancora in carcere.
Bilel, stando alla sua versione, si sarebbe scagliato su Yuri Urizio dopo averlo visto infastidire una donna ucraina solita chiedere l'elemosina in zona. Avrebbe fornito una versione dei fatti, però, che non ha trovato riscontro né nei filmati delle telecamere di sorveglianza né nel racconto della stessa donna, sentita da inquirenti e investigatori.
Il 28enne avrebbe iniziato a colpire la vittima a mani nude, per poi stringergli il collo «per un tempo prolungato». Per oltre 7 minuti, stando agli atti, lo avrebbe tenuto bloccato con «una stretta a modo di tenaglia», senza che Yuri potesse reagire. Il giovane era morto dopo due giorni di coma.