"Onore al duce": ultras a processo

È la richiesta della Procura per lo striscione esposto da tifosi laziali in piazzale Loreto il 24 aprile 2019

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Esposero uno striscione in onore di Mussolini alla vigilia del 25 aprile, proprio a due passi da piazzale Loreto. Ora rischiano il processo per manifestazione fascista il capo degli “Irriducibili“ della curva della Lazio Claudio Corbolotti, 54 anni, e altri ultrà biancocelesti protagonisti del blitz del 24 aprile 2019, nel quale alcune decine di ultras laziali esposero uno striscione in onore di Benito Mussolini gridando più volte il “presente“ e facendo saluti romani a due passi dalla piazza simbolo della Resistenza milanese e nazionale.

Il dipartimento antiterrorismo della Procura, guidato da Alberto Nobili, ha chiuso l’inchiesta coordinata dal pm Leonardo Lesti e condotta dalla Digos contestando ai laziali - che erano in trasferta per una partita della loro squadra contro il Milan - l’articolo 2 della legge Mancino a Corbolotti e ad altri ultras (quattro o cinque, quelli che sono stati individuati grazie ai filmati) e poi ha chiesto il rinvio a giudizio (deve essere fissata l’udienza preliminare).

Il capo ultrà della Curva Nord, personaggio più significativo del gruppo, in passato venne candidato del Movimento sociale italiano alle amministrative del 1993. Nel 2004 fu poi arrestato per gli scontri avvenuti fuori dall’Olimpico durante il derby Roma-Lazio, la partita sospesa a seguito della falsa notizia di un bambino ucciso da una camionetta della polizia e dell’invasione di campo dei capi ultrà tra cui Daniele De Santis, il romanista condannato anni dopo per l’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito avvenuto nel maggio 2014 prima della partita Fiorentina-Napoli.

Corbolotti è noto anche per aver fatto parte della segreteria di Antonio Lucarelli, ex portavoce romano di Forza Nuova e nominato capo della segreteria dell’allora sindaco Gianni Alemanno. Quest’ultimo, alle interrogazioni parlamentari sulla questione, rispose così: "Rifiuto la logica per cui chi ha precedenti debba avere una condanna a vita e non possa più lavorare".