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Milano - Una mozione, partita dall’istituto Severi-Correnti, approvata ieri all’unanimità al liceo scientifico Bottoni e già sposata dal Cremona-Zappa, sta facendo il giro delle scuole milanesi. Oggetto: ripartenza a settembre. In classe, senza se e senza ma.
La lettera firmata dai docenti è già stata inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’attenzione del premier Mario Draghi, del ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi, della direttrice dell’ufficio scolastico regionale Augusta Celada e del provveditore milanese Yuri Coppi. "La priorità assoluta dal punto di vista didattico è che il prossimo anno scolastico inizi puntualmente e in presenza, senza “vuoti”": il primo punto all’ordine del giorno. Due i temi incrociati: organico e spazi. "Tutte le cattedre e gli incarichi devono essere effettivamente assegnati prima dell’inizio dell’anno scolastico, di modo da potere organizzare un orario che consenta a tutti la didattica in presenza – si legge nella mozione –. L’aumento degli alunni per classe successivo al 2008 risulta ormai insostenibile ed impone un urgente ripensamento. La normativa sanitaria ordinaria, le esigenze straordinarie di prevenzione epidemiologica e le gravi sofferenze educative degli ultimi due anni non possono essere né ignorate né eluse".
Le regole sul numero di alunni per classe non sono cambiate per settembre. E non cambiano al momento le indicazioni sul distanziamento. Si teme il déjà vu: già a settembre dello scorso anno, il 27% degli studenti milanesi era rimasto a casa, a rotazione. Il provveditorato milanese ha avviato un monitoraggio degli spazi "in caso di didattica al 100%" coinvolgendo i dirigenti scolastici sia delle scuole superiori statali che paritarie: la raccolta dati si chiuderà il 12 luglio. Oggi ci sarà anche una riunione con i presidi sul tema.
"Con questa iniziativa abbiamo anzitutto voluto stimolare il nostro collegio docenti, organo che per primo ha il diritto-dovere di occuparsi di questioni che pesano sulla didattica, affinché prendesse posizione di fronte alle istituzioni – spiega uno dei promotori, Alberto Locatelli, docente del Severi-Correnti, ora disoccupato in attesa di nomina –, per poi coinvolgere le varie componenti della comunità educante e l’opinione pubblica, in un percorso di consapevolezza e coscienza politica che, con il contributo di tutti, costruisca un settembre diverso, in presenza, di qualità". Evitando una scuola a due velocità e classi-pollaio, sia per motivi pedagogici che sanitari: "Serve una gestione più sensata e ragionata dell’organico e degli spazi".