Milano, 26 settembre 2020 - Morde la crisi e sempre più milanesi - e borghesi - chiedono un prestito al banco pegni. Come la signora Maria (nome di fantasia), 67 anni, casa in zona Tortona. Ieri mattina era al ProntoPegno di via Vespri Siciliani per riscattare uno dei (tanti) beni che ha lasciato negli ultimi mesi per ottenere finanziamenti.
Il monte pegni in zona Lorenteggio esiste dal 2017 e appartiene a una società del gruppo Banca Sistema: dentro e fuori ha l’aspetto di una filiale bancaria. Ma ha la possibilità di concedere un credito in modo veloce: per avere denaro si valuta solo il valore del bene dato in pegno, non la situazione patrimoniale del cliente. Maria è tornata per riprendersi – sborsando la somma del credito con gli interessi – un magnifico anello che aveva promesso in dono a una delle sue due figlie: "Fra i tanti preziosi, ho dato in pegno un anello d’oro con 5 brillanti a cui tengo. È un regalo del mio ex marito, del valore di circa 7mila euro. Per me ha un significato affettivo: avevo promesso di regalarlo a una delle mie figlie. Alla prima ne avevo già dato uno identico, non voglio fare un torto all’altra né tradire una promessa" spiega la madre. La donna ha ottenuto nel corso degli ultimi sei mesi un prestito di 4.900 euro recandosi due volte al ProntoPegno. "Ho portato in pegno la prima volta 2 bracciali, 2 orecchini, 5 anelli, 2 spille con oro e pietre, ottenendo 2.700 euro e un’altra volta 2 collane, 2 anelli, 2 spille, sempre in oro, per altri 2.200 euro. Alcuni preziosi sono frutto di eredità, altri sono regali del mio ex marito e altri ancora sono doni che mi ero concessa quando le cose andavano bene". Lei non è una disperata o una vittima del gioco d’azzardo o di qualche altro vizio brucia-soldi. Il fatto è che a gennaio è entrata nell’inferno di chi si ritrova, di colpo, senza reddito: "Avevo rinunciato al lavoro per stare a fianco di mia madre malata, ma non avevo ancora maturato il diritto alla pensione. Era mia madre a darmi una mano. Quando è morta, sono finita in un incubo kafkiano. Il suo conto, su cui il denaro non mancava, era stato bloccato, col lockdown non riuscivo a organizzare le pratiche di successione: sono riuscita a farlo solo a fine giugno con un Caf. Per sei mesi non ho avuto entrate. Per forza di cose, sono venuta a impegnare i preziosi. Avevo bisogno di soldi e non solo per la spesa. Se non avessi pagato l’imposta di successione non avrei avuto accesso all’eredità: un circolo vizioso"
Ora per fortuna la situazione si è sbloccata, con l’arrivo, oltre che dell’eredità, anche della pensione a fine luglio. Tra le persone che hanno impegnato i preziosi – "2 sterline e un anello d’oro in cambio di 520 euro" – una geologa di 58 anni. "È la prima volta che ricorro a questa forma di finanziamento. Con il lavoro sono in difficoltà, i progetti in questo periodo sono tutti bloccati. Sono una partita Iva ma non ho maturato il diritto al bonus di 600 euro. Dicono che non sono iscritta alla gestione separata dell’Inps e non sono riuscita ancora a dimostrare che invece lo sono. La mia pratica è cristallizzata e sono finita qui…".