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Cronaca

Ortopedico arrestato, pm: "Può tornare libero, ma stia fuori dalla sala operatoria"

Parere favorevole alla revoca degli arresti domiciliari per Norberto Confalonieri

L’ex primario del Cto-Pini, Norberto Confalonieri, 64 anni

Milano, 28 luglio 2017 - Torni pure in libertà, ma non in sala operatoria. I pm Eugenio Fusco e Letizia Mannella hanno dato parere favorevole alla revoca degli arresti domiciliari per Norberto Confalonieri, il medico arrestato lo scorso marzo con le accuse di essere a libro paga di importanti aziende che forniscono protesi al suo ospedale e di aver provocato danni fisici ad alcuni pazienti.

Ieri, davanti al tribunale della libertà, nell’udienza fissata su istanza della difesa di Confalonieri che ha chiesto la revoca dei «domiciliari», la Procura ne ha sollecitato la sostituzione con l’interdizione dai pubblici uffici per un anno. Per dodici mesi, insomma, al primario del Cto-Pini sarebbe proibito tornare a lavorare. All’udienza era presente anche l’ortopedico, i giudici del Riesame decideranno a breve.

Proprio due giorni fa, intanto, i pm Fusco e Mannella hanno chiuso una primna parte di indagine in vista della richiesta di processo a carico di Confalonieri e di altre quattro persone, contestando al medico, oltre alla corruzione, le lesioni relative ai casi di tre persone finite sotto i suoi ferri. Secondo l’ipotesi di inquirenti e investigatori, il primario avrebbe incassato denaro, quasi 19 mila euro, e diversi favori per facilitare l’acquisto di circa 360 protesi della Johnson&Johnson e della B.Braun che avrebbe, poi, impiantato ai pazienti provocando danni fisici a tre di loro (da qui l’ipotesi di lesioni, una dolosa e due colpose).

Secondo il gip che ne ordinò l’arresto, tra il 2014 e il 2015 il primario avrebbe impiantato «protesi monocompartimentali di ginocchio» solo per «motivazioni di natura prettamente economica». Accuse daolle quali Confalonieri si è difeso sostenendo di non essere «un mostro né un money maker».

Tra le «utilità» contestate rientrerebbero le ospitate a programmi tv come “Medicina 33” andato in onda nel novembre 2015 su Rai2, servito - secondo l’accusa - per ottenere «significativo ritorno di immagine» così come interviste su quotidiani di tiratura nazionale. E poi cene in ristoranti ma anche due cravatte di marca “Marinella” per 220 euro e la sponsorizzazione da parte della B.Braun di un corso «monotematico» sull’anca per un totale di oltre 14 mila euro. Infine ci sarebbero anche pagamenti in favore del figlio Claudio Angelo Confalonieri per circa 32 mila euro.

Destinatari dell’avviso di conclusione indagini con l’ipotesi di corruzione sono anche quattro dipendenti delle due aziende produttrici di presidi medici e chirurgici coinvolte nell’ inchiestaNatalia Barberis e Stefania Feroleto, rispettivamente agente di commercio e dipendente della «DePuy Orthopeadics» in Johnson&Johnson Medical spa e di Fabio Barzaghi e Sabrina Consonni, rispettivamente agente distributore e dipendente della B. Braun Milano spa.

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