NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, il giallo delle ossa in viale Montello

Ritrovate dagli operai in un sottoscala. Le indagini dei carabinieri

Lo stabile al civico 7 di viale Montello in cui è avvenuto il rinvenimento delle ossa

Milano, 31 ottobre 2018 - Gli operai le hanno scoperte ieri mattina, durante gli scavi per una ristrutturazione in appartamento: dal sottoscala del piano terra è spuntato quel mucchietto di ossa, sulle quali ora verranno effettuati tutti gli approfondimenti tecnici del caso; a una prima occhiata sembrano essere di origine animale, ma al momento nessuna pista è esclusa.

Ore 8.45, siamo nello stabile al civico 7 di viale Montello, la perpendicolare di via Sarpi che congiunge piazzale Baiamonti a piazza Lega Lombarda. Sono alcuni addetti della ditta incaricata dei lavori da un privato a scovare i resti nel cantiere e a comunicarlo al direttore dell’impresa edile, che a sua volta allerta il 112. Sul posto arrivano in pochi minuti i carabinieri della stazione Sempione e della Compagnia Duomo, coordinati dal capitano Matteo Martellucci; in viale Montello viene chiamato pure il medico legale per una prima analisi dei reperti. È stato disposto un esame più accurato delle ossa, sia per avere la certezza che non si tratti di resti umani sia per datarle con precisione. Non è la prima volta, negli ultimi mesi, che l’inatteso ritrovamento di ossa fa scattare l’allarme in città. Era capitato a fine agosto, quando per due giorni di fila gli addetti al controllo nella sede Ups di via Fantoli avevano rinvenuto crani umani in un paio di pacchi diretti all’estero, in particolare negli Stati Uniti.

I militari della Compagnia Monforte avevano impiegato pochi giorni a risolvere il giallo, riuscendo a risalire ai tre insospettabili che commerciavano illegalmente resti umani acquistati in Repubblica Ceca e rivenduti per diverse centinaia di euro a collezionisti stranieri: denunciati un commercialista, un ingegnere e un tecnico informatico. Nel corso delle perquisizioni, gli investigatori dell’Arma sequestrarono in totale 15 teschi, tibie, peroni, frammenti di ossa delle braccia e delle gambe con articolazioni complete e due scheletri intatti; tutto affidato al Labanof della Statale diretto dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo per la datazione dei reperti e l’individuazione della possibile provenienza.