REDAZIONE MILANO

Otto indagati per maltrattamenti

Carenza di acqua e cibo, falsità e omissioni: sotto accusa sanitari e impiegati

È bufera sulla casa di riposo “Sereni Orizzonti”. Ieri è stata notificata la chiusura indagini a otto persone per maltrattamenti a 22 degenti, quasi tutti morti all’interno della struttura nell’arco di sei mesi. Due imprenditori, una dipendente amministrativa, quattro medici e un’infermiera dovranno rispondere, a vario titolo, per aver omesso terapie e cure mediche, tra cui la carenza di idratazione o alimentazione. Nei confronti della direttrice sanitaria e della caposala è stato contestato il reato di "falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici" per aver falsificato i diari clinici di due degenti morti, registrando circostanze non veritiere e, nel caso dell’infermiera, omettendo di aver effettuato una manovra di bronco-aspirazione che portò al decesso di un degente. Si sono concluse così le indagini preliminari di una vicenda esplosa nel novembre 2018, dopo una denuncia presentata ai carabinieri da due "operatrici socio-sanitarie" della Rsa per episodi di "mobbing" ai loro danni da parte dell’allora caposala, indagata nel procedimento. Tutto era iniziato quando le due operatrici avevano manifestato sospetti per la recente morte di sei ospiti della struttura, morti a seguito di carenza di cure del personale sanitario.

Da quel momento, i carabinieri della Tenenza di Pioltello e del Nucleo Operativo Radiomobile di Cassano d’Adda hanno condotto delle lunghe e accurate indagini, portando allo scoperto una situazione dai risvolti pesantissimi. Le telecamere installate nei reparti e le intercettazioni ambientali rilevate all’interno della casa di riposo, hanno consentito di accertare gravi responsabilità della direzione del Gruppo “Sereni Orizzonti 1 spa” – con sede legale a Udine e di cui fa parte la Sereni Orizzonti di Rodano – nell’aver accettato dal luglio 2018, data di apertura della residenza, un numero elevato di pazienti in gravi condizioni di salute che avrebbero richiesto assistenze e cure intensive, malgrado la consapevole inadeguatezza delle risorse e delle capacità professionali del personale assunto. Tale carenza si era evidenziata soprattutto negli orari notturni, con la presenza in numerose occasioni di due soli operatori sanitari, in nessun caso erano di guardia dei medici e solo occasionalmente c’erano infermieri. Durante i sopralluoghi, i carabinieri e il personale di Ats si sarebbero trovati davanti a situazioni talmente critiche da trasferire alcuni anziani in ospedale. Patrizia Tossi