SIMONA BALLATORE
Cronaca

Ottocento bimbi rischiano di perdere il sostegno

Da una parte ci sono i bandi già vinti da cinque cooperative sociali - per 70 milioni circa e con...

In sospeso anche 500 lavoratori delle coop che gestiscono il servizio per conto del Comune

In sospeso anche 500 lavoratori delle coop che gestiscono il servizio per conto del Comune

Da una parte ci sono i bandi già vinti da cinque cooperative sociali - per 70 milioni circa e con scadenza nel 2026 - per i servizi all’infanzia del Comune di Milano e, in particolare, per il sostegno dei bimbi con disabilità. Dall’altra parte c’è il recente rinnovo del Contratto nazionale delle cooperative sociali, che ha imposto un aumento salariale per gli educatori. "Giusto e necessario" a detta di tutti. In mezzo ci sono 800 bimbi e 500 lavoratori in sospeso. Perché cinque coop - Accento, Cadiai, Consorzio Blu, Nuova Assistenza e Orsa - hanno già suonato il campanello d’allarme: non riescono a sostenere da sole i nuovi costi, sarebbero pronte a rescindere il contratto prima del tempo.

"Chiediamo un incontro con il Comune – spiega Elena Bertolini, presidente di Accento –, abbiamo avuto questo aumento contrattuale, un aumento dovuto: abbiamo bisogno di figure di cura, dobbiamo sostenerle. Come gestori abbiamo già provveduto, ma abbiamo anche bisogno che il Comune ci riconosca la possibilità di remunerare gli educatori altrimenti i servizi si bloccano". "Come cooperative sociali abbiamo poca marginalità – prosegue Bertolini – a queste condizioni è difficile rimanere in piedi. Facciamo parte di un sistema che è come un “tandem“: se si ferma la cooperazione è a rischio tutto. Anche perché abbiamo già pochi giovani che si avvicinano a questo lavoro, la continuità educativa è fondamentale, soprattutto in situazioni di fragilità". "Se questa decisione dovesse concretizzarsi, circa 800 bambini con disabilità e le loro famiglie si troverebbero privi di un servizio essenziale, mettendo in crisi la già fragile rete di supporto all’infanzia e all’inclusione scolastica e 500 educatori delle cooperative coinvolte vedrebbero messo a rischio il proprio posto di lavoro, con un impatto significativo sul piano sociale ed economico", conferma Salvatore Monteduro, Uil Milano-Lombardia: "Si parla di lavoro povero, lotta al precariato e applicazione di giusti contratti e poi chi dovrebbe sostenere tutto questo si affida a cooperative che vanno in direzione opposta. Sono i limiti delle esternalizzazioni", aggiunge.

"Ancora una volta vediamo attribuire ai Comuni responsabilità che sono in capo ad altri – spiega la vicesindaco del Comune di Milano, Anna Scavuzzo –. Le interlocuzioni con gli operatori e con le centrali cooperative sono in corso e ho già espresso tutta la disponibilità del Comune di Milano a trovare gli spazi possibili per venire incontro alle richieste di cui comprendiamo le ragioni, allo stesso tempo è evidente a tutte le parti che un adeguamento economico in corso di appalto non è una questione arbitraria e non è di facile soluzione. Ribadisco la necessità, inoltre, di chiedere che il Governo centrale faccia la sua parte: troppo comodo far finta di non avere ruolo in questa partita".

Simona Ballatore