
Il pacco è stato inviato il 15 febbraio 2021 ed è arrivato il 9 marzo. Peccato che il mittente fosse convinto che la spedizione sarebbe giunta a destinazione entro 5 giorni lavorativi, avendo scelto il servizio "lettera internazionale priority". Per questo, ha presentato reclamo a Poste Italiane e poi ricorso al Garante per le comunicazioni, chiedendo il rimborso di 36 euro di spedizione, 36,80 per il disservizio subìto e 50 per la violazione degli obblighi informativi e di trasparenza. Dal canto suo, Poste ha proposto all’avvocato del ricorrente un accordo sulla base di 13 euro, rispedito al mittente. Il Garante, però, ha confermato la cifra: 13 euro per due settimane di ritardo. Nel provvedimento dell’Authority, firmato dalla direttrice Ivana Nasti, viene ricostruita l’intera vicenda. Tutto nasce in Svizzera: da lì parte il plico, contenente una partita di tè e destinato in Italia. L’utente sceglie la formula della "lettera internazionale priority", che al prezzo di 39 franchi svizzeri garantisce l’arrivo entro 5 giorni lavorativi. Il pacco arriva 23 giorni dopo. Il 25 febbraio 2021, a spedizione ancora in viaggio, il mittente presenta reclamo a Poste Italiane, chiedendo aggiornamenti; gli viene risposto che il pacco è in giacenza presso il "centro scambi internazionali di Milano" per "effettuare i controlli previsti – in quanto proveniente da un Paese extra Unione europea – e per lo svolgimento delle pratiche di sdoganamento della merce".
Insoddisfatto dell’esito del reclamo, l’uomo presenta istanza di conciliazione l’11 marzo, salvo poi firmare il 7 aprile il verbale di mancato accordo. A quel punto, si rivolge all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, accusando Poste Italiane di non aver indicato "quali fossero i tempi necessari per svolgere le operazioni doganali" e chiedendo un indennizzo da 132,80 euro. Poste ribatte che "i tempi per eseguire il recapito di invii internazionali devono essere depurati dai tempi impiegati per eseguire le operazioni doganali". Di più: "La normativa postale internazionale, che regolamenta il sistema di indennizzi dei prodotti internazionali universali, non prevede forme di indennizzo per il ritardo nel recapito di una raccomandata internazionale". Conclusione del Garante: l’utente, mittente e destinatario dell’invio, "pur avendo subìto un disservizio da parte di Poste Italiane", non ha diritto "a essere rimborsato del costo sostenuto per la spedizione". Dovrà accontentarsi di 13 euro. N.P.