STEFANIA TOTARO
Cronaca

Paderno Dugnano, doveva essere operato per un tumore alla prostata: gli amputano l’avambraccio destro

In un esposto alla Procura di Monza da un 69enne di Seveso, che ha denunciato per lesioni colpose gravissime l’anestesista ed eventuali altri medici della clinica

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Una sala operatoria (foto di archivio)

Paderno Dugnano (Milano), 28 ottobre 2024 –  Doveva operarsi per un tumore alla prostata, a causa dell’anestesia gli hanno amputato l’avambraccio destro. È quanto riferito in un esposto alla Procura di Monza da un 69enne di Seveso, che ha denunciato per lesioni colpose gravissime l’anestesista ed eventuali altri medici della clinica San Carlo di Paderno Dugnano.

La denuncia

Il fatto contestato e ripercorso dal difensore del 69enne, l’avvocata Roberta Minotti, risale allo scorso 8 luglio, quando il paziente sarebbe stato ricoverato per l’intervento chirurgico programmato di rimozione della neoplasia. Durante la fase di preparazione all’operazione da parte dell’anestesista, sarebbero stati eseguiti un accesso venoso al braccio sinistro, un accesso alla vena giugulare destra e uno all’arteria radiale destra con agocannula. Non appena effettuata quest’ultima operazione, il 69enne avrebbe avvertito un dolore lancinante al braccio, tanto da perdere i sensi. I medici avrebbero sospeso l’intervento e trasferito il paziente nel reparto di terapia intensiva, sottoponendolo a due interventi chirurgici al braccio a causa di una presunta lesione dell’arteria che gli avrebbe causato un’ischemia.

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I danni

Con il risultato di una prima necrosi di tre dita della mano, amputate. Il 69enne è stato poi trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza che, constatata l’irrimediabilità della situazione clinica del braccio a causa di un processo ischemico irreversibile, il 5 agosto avrebbe proceduto all’amputazione dell’avambraccio.

L’ipotesi

Una situazione causata da un ritenuto “errore medico" quantomeno dell’anestesista, si sostiene nell’esposto, che ha causato al 69enne, persona sempre dinamica e autonoma, l’impossibilità di fare fronte alle proprie esigenze quotidiane in autonomia: “Necessita di assistenza continua per vestirsi e per lavarsi e, non potendo guidare, deve essere accompagnato ovunque, oltre a non potersi più dedicare ai suoi hobby di bricolage e nemmeno aiutare la nipote con i figli piccoli, che andava a prendere alla scuola materna”.

La posizione della clinica

Apprendiamo tramite il legale del San Carlo di Paderno che “la Clinica si è attivata prioritariamente, e sta proseguendo, per assistere il paziente nei suoi percorsi clinici e terapeutici. Sono state avviate, e sono tuttora in corso, le procedure previste per i casi di specie, sia per l’accertamento di ogni eventuale responsabilità sia per i conseguenti aspetti risarcitori, a cui la Clinica contribuisce con la massima collaborazione e trasparenza”.