LAURA LANA
Cronaca

"Pagate meno per lo stesso lavoro": educatrici in stato di agitazione

Il caso a Sesto. "Contratto penalizzante, le colleghe dipendenti del Comune prendono fino a 400 euro in più"

"Pagate meno per lo stesso lavoro". Educatrici in stato di agitazione

"Pagate meno per lo stesso lavoro". Educatrici in stato di agitazione

Sesto San Giovanni (Milano) – "A parità di mansione percepiamo uno stipendio nettamente inferiore rispetto a quello delle colleghe che svolgono le stesse attività, assunte direttamente dal Comune, con differenze che ci penalizzano fino a 400 euro lordi al mese". A 5 anni dalla nascita di Fondazione Generiamo, che oggi gestisce 4 nidi e altri servizi, le educatrici tornano a protestare con tanto di apertura dello stato di agitazione. Ieri è partita la richiesta della Cgil alla prefettura per un primo tentativo di conciliazione. Il contratto scelto dalla Fondazione, Aninsei, prevede una paga oraria lorda di poco più di 8 euro.

"Non che il contratto enti locali, per le educatrici, sia ricco. È però migliore e più tutelante – spiega Alexandra Bonfanti della Cgil –. Quando nel 2019 ci fu la nascita di Fondazione e il passaggio dei primi nidi e delle prime educatrici, sollevammo subito il problema legato alla povertà di questo contratto, ma anche all’iniquità della situazione: a parità di mansione ci sono salari e contratti diversi a seconda che si lavori nelle strutture gestite da Fondazione o direttamente dal Comune".

Un contratto "non più in linea con il reale costo della vita e che non ci permette di vivere in modo dignitoso", dicono le lavoratrici. "Ne è prova il risultato fallimentare degli ultimi due concorsi per assunzioni a tempo indeterminato, che hanno visto un numero di adesioni bassissimo e un numero di assunzioni insufficiente a garantire il personale necessario", rivela Bonfanti. Così, per garantire il servizio, le educatrici sono costrette a lavorare più ore rispetto a quelle previste dai contratti individuali oppure sono spostate da un nido a un altro per tappare i buchi. "Chi trova di meglio va altrove e in generale, anche nei nidi comunali, il personale inizia ad avere diverse limitazioni sui pesi che si possono sopportare, perché questo è un lavoro delicato e usurante sul medio-lungo periodo – conclude Bonfanti –. Abbiamo provato a dialogare, ma abbiamo trovato sempre un muro".