NICOLA PALMA
Cronaca

I giudici chiudono il caso Palasharp, respinto il ricorso di TicketOne: “Inevitabile lo stop al progetto”

L’opera, inizialmente inserita tra le location delle Olimpiadi invernali 2026, saltò per gli extracosti. Il Tar: “La decadenza dell’aggiudicazione fu un atto dovuto”. L’area è stata inserita nel Piano Casa

Palasharp

Palasharp

Milano – I giudici chiudono definitivamente il caso Palasharp. Nei giorni scorsi, il Tar ha bocciato il ricorso presentato da TicketOne, che aveva chiesto di annullare il provvedimento con il quale il 25 gennaio 2024 il Comune ha disposto la decadenza dell’aggiudicazione dell’area di via Sant’Elia. Un’area che avrebbe dovuto ospitare la Milano Hockey Arena per le Olimpiadi invernali del 2026 e che nello scorso dicembre è stata invece inserita tra le location del Piano Casa di Palazzo Marino. La storia inizia il 28 giugno 2022, quando l’amministrazione assegna al tandem formato da TicketOne e Mca Event srl la gara per i lavori di manutenzione del palazzetto dismesso dal 2012 e per la gestione per i successivi 31 anni con la formula del partenariato pubblico-privato.

La location viene inserita nel dossier dei Giochi di Milano-Cortina come location per l’hockey femminile. Sin dall’inizio, le richieste del Comitato olimpico internazionale fanno lievitare il prezzo del restyling: servono due piste di ghiaccio (una per le partite ufficiali e l’altra per il riscaldamento delle atlete), dodici spogliatoi e tre sale hospitality. Novità che stravolgono il progetto iniziale, tanto da ridurre la capienza dell’impianto da 8mila a 5mila posti. Come ricostruito nella sentenza del Tribunale amministrativo pubblicata martedì, il 24 maggio 2023, il Comune conclude favorevolmente la Conferenza di servizi e chiede alle imprese la trasmissione del piano economico-finanziario, “necessario per l’approvazione del progetto definitivo”. Il 23 giugno, TicketOne spiega che l’equilibrio dei conti “è venuto meno”. Il motivo? L’incremento dei costi dell’intervento, passati “da 18 a 45,9 milioni di euro”, si attesta su una percentuale del 155% “rispetto al quadro economico del progetto aggiudicatario”.

A quel punto, il tandem di aziende chiede un contributo pubblico di 22,5 milioni, “pari al 49% del costo dell’investimento complessivo, comprensivo di eventuali oneri finanziari”, e una riduzione del canone concessorio del 50%. Nel frattempo, l’ipotesi Olimpiadi è tramontata: le gare di hockey femminile si disputeranno altrove. Alla fine del 2023, il responsabile unico del procedimento prende atto dell’indisponibilità delle aziende ad andare avanti alle condizioni date e dispone la decadenza dell’aggiudicazione, con successiva segnalazione all’Anac.

La palla passa ai secondi classificati di Forumnet, che però dicono di “no” al piano del Comune. TicketOne si rivolge al Tar per far valere le proprie ragioni e per chiedere un risarcimento dei presunti danni subiti o in alternativa un indennizzo. Istanze respinte in toto dal collegio presieduto da Antonio Vinciguerra, che è partito da una premessa: “Qualsiasi modifica non prevista dalla legge di gara a favore dell’aggiudicatario comporta una lesione a posteriori della parità di trattamento tra i partecipanti alla gara, in quanto altri offerenti avrebbero potuto partecipare a condizioni diverse, e quindi il vantaggio ottenuto dal concessionario è sostanzialmente ingiusto perché ottenuto al di fuori del confronto concorrenziale”.

Detto questo, “occorre riconoscere – chiosano i giudici – che la scelta del Comune di respingere la richiesta di aggiornamento del piano economico-finanziario proposta dalla ricorrente, più volte ribadita, era un atto dovuto rispetto al quadro normativo esistente, che limita il potere di rinegoziazione delle concessioni”. Tradotto: pratica archiviata. In via Sant’Elia 33 e dintorni, sorgeranno edifici di edilizia residenziale sociale.