
Le macerie tra via Anfossi e via Sciesa, a Porta Romana
«Per un soffio, il nostro muro non è stato sfondato. Abbiamo la casa confinante con la palazzina crollata: si è sfiorata la tragedia, siamo dei miracolati". La porta d’ingresso al piano rialzato è spalancata mentre Carmela Di Feo, 78enne, racconta la sua notte di terrore accanto al marito Gerardo Gioia, 83 anni, che si sposta solo su una carrozzina. Sono tra gli abitanti che l’altra notte hanno assistito al crollo della palazzina di tre piani nella parte interna di via Anfossi 6, in zona Porta Romana a Milano: uno stabile disabitato, dalla forma a “L“, con pian terreno, primo e secondo piano, interessato da lavori di ristrutturazione. Una fortuna che il cedimento sia avvenuto di notte, a cantiere chiuso, senza ferire nessuno. Stando a quanto emerso finora, un’intera parete dell’edificio, quella che affaccia su via Sciesa, si è sgretolata e tutta un’ala dello stabile è collassata su se stessa per cause ancora da accertare. Sul posto sono intervenuti una ventina di mezzi dei vigili del fuoco, carabinieri, polizia e polizia locale.
Accanto c’è il condominio di via Sciesa 18, "i fabbricati sono uno attaccato all’altro, come i pezzi di un puzzle. Abbiamo sentito alle 22.15 il primo boato – racconta Carmela –, sembrava il crollo di finestre o che qualcuno avesse rovesciato tonnellate di vetro. Un’ora dopo, il secondo scossone. Ed è crollato tutto. Sarebbe bastato pochissimo a distruggere il nostro muro: a mia figlia, che dormiva nella camera accanto, ho detto “non è ancora arrivata la nostra ora“". Nel frattempo molti abitanti spaventati hanno chiamato il 112. "Ha tremato tutto il pavimento – dice Anna, del quinto piano – e c’era una nuvola do polvere gigantesca. Sono scesa in cortile portando con me solo il cellulare. Man mano che scendevo, la polvere aumentava". Al piano rialzato "non sapevamo cosa fare. Quando sono arrivati i pompieri – continua Carmela – mi hanno detto che la casa era in sicurezza e che mio marito sarebbe potuto restare nel letto. Quindi sono uscita in cortile, tornando più volte a portargli dell’acqua. Finché non sono rientrata in casa, verso le 4. Ho passato la notte in bianco per l’agitazione". Altri segnalano di aver sentito un forte odore di gas dopo il crollo.
Il timore iniziale era che qualcuno fosse rimasto intrappolato sotto le macerie. I vigili del fuoco hanno isolato l’area e fatto entrare in azione i cani molecolari specializzati nella ricerca delle persone, che hanno lavorato fino alle 3.30 del mattino. Le ricerche hanno dato esito negativo: sotto i blocchi di pietra non c’era nessuno. La palazzina che risale agli anni Trenta è di proprietà di un fondo immobiliare gestito da Investire SGR (prima ancora, apparteneva al Policlinico di Milano): l’azienda comunica che sull’immobile, da tempo inabitato e delimitato da un’area di cantiere, erano in corso lavori di rinforzo e consolidamento strutturale da parte dell’impresa appaltatrice, sotto il coordinamento dei professionisti incaricati. La SGR si è immediatamente messa a disposizione delle Autorità per contribuire ad accertare le cause del crollo. Nel primo pomeriggio di ieri erano ancora in corso i rilievi dei vigili del fuoco. Sulla vicenda la Procura aprirà un fascicolo a carico di ignoti, per accertare cause ed eventuali responsabilità. Intanto, il complesso è stato sequestrato.