Milano – Sono durati circa un anno e mezzo i lavori di restauro delle facciate di Palazzo Castiglioni, sede di Confcommercio Milano, e del vicino Palazzo Bovara, che ospita il circolo del commercio dell’associazione: ora i due gioielli di corso Venezia riaprono al pubblico con visite guidate nella giornate di domani sabato 16 e domenica 17 marzo. I risultati dei restauri sono stati presentati oggi durante l’evento “Confcommercio per Milano: dal Neoclassicismo al Liberty”.
Restauro al femminile
Effettuato con un percorso condiviso con la Soprintendenza delle Belle Arti di Milano, il restauro è stato realizzato tra il giugno 2022 e la fine del 2023 da una squadra giovane (età media 30 anni) e al 70% femminile: l’obiettivo era rallentare i fenomeni di degrado e la conservazione dei materiali originari. Alla presentazione dei restauri sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l'assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi e Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio.
Sommaruga e il liberty
Il restauro di Palazzo Castiglioni è anche occasione per ripercorre la storia molto particolare di questo edificio. Venne realizzato tra il 1901 e il 1904 su progetto di Giuseppe Sommaruga, massimo esponente del Liberty in Italia. A commissionare il progetto fu Ermenegildo Castiglioni, nipote omonimo di uno degli uomini più ricchi di Milano dell’Ottocento, che partendo dal nulla riuscì a mettere in piedi un impero nel commercio degli alcolici e dei tessuti. Il committente voleva che la residenza spiccasse tra tutte le altre della via e per questo si affidò a Sommaruga, già noto per le originali soluzioni messe in campo alla fine dell’800. Nacque così un edificio che divenne una sorta di manifesto dell'Art Nouveau a Milano.
La Ca’ di Ciapp
Per decorare la facciata principale su corso Venezia, Sommaruga chiamò uno scultore milanese molto noto all’epoca, Ernesto Bazzaro. Il quale ideò due grandi statue femminili seminude che rappresentavano la Pace e l’Industria. L’opera di Bazzaro però suscitò subito lo scandalo dei milanesi che, ironicamente, ribattezzarono il Palazzo come Ca’ di Ciapp (non proprio in linea con l’idea di grandeur di Castiglioni).
Statue censurate
Le polemiche, e le prese in giro (in particolare le vignette del Guerin Meschino, il popolare periodico satirico stampato a Milano dal 1882) delle due discinte signore, furono talmente forti che la proprietà decise di rimuovere le statue e modificare l’ingresso del palazzo. Le statue dello scandalo vennero prima trasportate nei magazzini della Fratelli Galimberti, l’impresa che realizzò l’edificio, e poi sistemate sulla facciata (laterale) della vicina villa Faccanoni (via Buonarroti 48) sempre opera di Sommaruga.
Arriva la Cia
In uno dei più grandi appartamenti del Palazzo arrivò nel 1933 la famiglia di James Hugh Angleton, responsabile italiano della NCR (azienda americana leader nel settore dei registratori di cassa), il cui figlio James Jesus divenne dal 1947 la più importante personalità della Cia in Europa.
I danni della guerra
Gli interni vennero gravemente danneggiati durante i bombardamenti del 1943, mentre i bellissimi arredi in stile art nouveau andarono completamente distrutti durante l’occupazione delle truppe americane nel 1945, che li utilizzarono come legna da ardere. Solo le decorazioni murarie, i fregi e le lampade in ferro battuto si salvarono.
Il Milan e Confcommercio
Per un anno, tra 1965 e il 1966 Palazzo Castiglioni fu anche sede del Milan, prima che la società di trasferisse nella vicina in via Turati 3, dove rimase fino al 2013. Nel 1967 infine gli eredi della famiglia Castiglioni decisero di vendere l’edificio all’Unione del Commercio che, dopo lavori di riqualificazione (e superando l’opposizione di alcuni studiosi che proponevano di farlo diventare il museo del Liberty italiano) lo trasformò in un palazzo di uffici.