
Siamo alla svolta, forse. I dubbi restano d’obbligo, se parliamo di un’intricatissima vicenda giudiziaria che si trascina da anni a colpi di carte bollate. La diatriba, di cui avevamo già scritto qualche anno fa su queste pagine, riguarda l’edificio all’angolo tra via Borgazzi e via Burigozzo, a due passi da corso Italia. Un edificio a rischio di parziale demolizione. Nei giorni scorsi, è arrivata l’ultima sentenza del Tar, chiamato per l’ennesima volta a pronunciarsi sulla questione: i giudici hanno respinto i ricorsi presentati dai proprietari di Diana Bis srl e dalla società Azzurra Immobiliare, che ha acquistato cinque appartamenti, cinque locali a uso cantina e dieci autorimesse nello stabile condominiale di dieci piani, sette fuori terra e tre interrati. Di conseguenza, il Tribunale amministrativo ha confermato la validità dei provvedimenti assunti dal Comune nel 2015, che avevano disposto all’epoca il diniego delle domande di condono e la demolizione delle opere abusive.
Per raccontare questa storia, occorre tornare indietro al 2007. Ai tempi, l’amministrazione, guidata dal sindaco Letizia Moratti, accorda ai proprietari dell’area, la Diana Bis srl, il permesso di costruire: in pochi mesi, lì sorge uno stabile di lusso con giardino e palestra ribattezzato "Residenza degli orti". Parte in quel momento la battaglia legale. Sì, perché i condomìni dei palazzi ai civici 66 e 68 di corso Italia, confinanti con quello tirato su all’angolo con via Burigozzo, si sentono danneggiati e presentano ricorso al Tar per ottenere la demolizione dell’opera. In primo grado perdono, in appello vincono: è il Consiglio di Stato, nel 2014, ad annullare il permesso di costruire, nonché a cancellare alcuni condoni concessi tra 1995 e 2004 ai vecchi proprietari del terreno. Ed è proprio su quei condoni che si disputa il secondo tempo della partita. Nel 2015, il Comune, ora guidato da Giuliano Pisapia, dà il via a una serie di atti esecutivi legati proprio al pronunciamento dell’anno precedente. Atti impugnati al Tar dai titolari di Diana Bis srl, con richiesta di sospensiva cautelare. L’istanza viene accolta, con relativo stop dei provvedimenti varati dall’ufficio Condono della direzione centrale Sviluppo del territorio.
Nei giorni scorsi, sono arrivate le sentenze di merito, che hanno tenuto conto dei due verdetti del Consiglio di Stato (il primo del 2014 e il secondo del 2018 a seguito del giudizio di revocazione chiesto dai legali di Diana Bis srl): la condotta del Comune, che ha bocciato le richieste di condono edilizio dopo averle vagliate più volte, è stata ritenuta corretta. Respinti tutti i motivi presentati dai proprietari, compreso l’ultimo, "incentrato sul grave pericolo che la rimozione degli abusi determina per la stabilità dell’intera struttura realizzata". E ora? Visti i precedenti, è tutt’altro che escluso che ci sia un ulteriore tempo supplementare in Consiglio di Stato.