Milano, al corteo pro Palestina anche Chef Rubio. Cartello choc: “Segre spia sionista”

È iniziata con un minuto di silenzio per il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso in Libano l’ormai consueta manifestazione milanese pro Palestina. Insulti anche per Crosetto e Elkann

Milano, 28 settembre 2024 – È iniziata con un minuto di silenzio chiesto dagli organizzatori per il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, ucciso in Libano, “e tutti i martiri” l'ormai consueta manifestazione milanese pro Palestina che si tiene ogni sabato in un luogo diverso dallo scoppio del conflitto nello scorso ottobre. “Abbiamo perso tante persone, ma non la resistenza, non abbiamo alzato bandiera bianca come vorrebbe Netanyahu”, ha detto in piazzale Loreto, dal carro che apre il corteo, Khader Tamimi, presidente della comunità palestinese della Lombardia.

Durante il corteo è stato esposto un cartello contro la senatrice Liliana Segre, definita “spia sionista”. Non solo la senatrice nel “mirino” dei manifestanti: gli stessi cartelli sono stati confezionati contro il ministro Guido Crosetto, gli imprenditori John Elkann e Marco Carrai, il giornalista Francesco Giubilei e Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, tutti definiti “agenti sionisti”.

Il comizio di Chef Rubio e l'accusa alla senatrice Liliana Segre
Il comizio di Chef Rubio e l'accusa alla senatrice Liliana Segre

Tra i partecipanti alla manifestazione diretta al parco Trotter anche Chef Rubio. Sul posto carabinieri e polizia locale. "Venite il 5 ottobre a Roma perché la manifestazione si farà, non ci importa del divieto della prefettura”, ha detto Gabriele Rubini, alias Chef Rubio alla manifestazione a sostegno della Palestina di Milano.

Una delle partecipanti alla manifestazione pro Palestina
Una delle partecipanti alla manifestazione pro Palestina

La fine della colonia sionista si avvicina, sono in un angolo e la paura esaspera ciò che sanno fare, odiare, mentire e distruggere", ha detto Rubini, che ha poi ricordato l'aggressione subita sotto casa a Roma quattro mesi fa: “Mi sono venuti a prendere a casa in 10, l'antimafia sta indagando ma non confido affatto nelle loro ricerche”. Sull'episodio la procura ha aperto un fascicolo per lesioni aggravate dall'odio razziale.