
DOCCIA GELATA Sopra, il maestro Rocco Mattioli
Milano, 21 agosto 2018 - La Doria in via Pietro Mascagni al 6, chiusa per le vacanze, non riaprirà più. Non è un addio all’attività, che si trasferirà a Pasteur, ma alla sua storica sede vicino a San Babila che ha forgiato i muscoli e l’anima dei campioni più grandi, in 71 anni di storia. Qualche nome? Rocky Mattioli, campione del mondo dei pesi superwelter fra il 1977 e il 1979. Maurizio Stecca, vincitore del titolo dei pesi piuma Wbo fra il 1989 e il 1992. O Giacobbe Fragomeni, il più forte al mondo per i massimi leggeri nel 2008.
«Il contratto di affitto è scaduto ad aprile di quest’anno e non è stato più possibile rinnovarlo» spiega Lino Guaglianone, il proprietario della Doria dal 1997. La palestra aveva sede nella Casa dell’Opera Nazionale Balilla, progettata negli anni ’30. Un immobile pregiato che apparteneva al comune di Milano. Poi ceduto nel 2008 a Bnp Paribas, quando è stato creato il fondo immobiliare “Comune di Milano I” nel 2008. Lo stabile di via Mascagni 6 è stato venduto all’asta nel 2010 a 15 milioni di euro. «Al nuovo acquirente interessa una destinazione residenziale e commerciale. Non abbiamo potuto godere di alcun diritto di prelazione» dice sempre Guaglianone attualmente commercialista ma noto alle cronache anche come personaggio di spicco della galassia nera (ex tesoriere dei Nar).
Non sarà la fine della palestra: «La sua prima sede nel 1947 è stata in piazza Missori. In via Mascagni si è trasferita negli anni ‘60. Allora come oggi il trasloco della Doria non è sinonimo di morte ma di una nuova rinascita. Sono già partiti i lavori per la nuova sede da 300 mq, distante solo qualche fermata della metro. La nostra intenzione è di riaprire per il 30 settembre. Ci sarà sicuramente lo storico ring. Si chiamerà ancora Doria e sarà sempre una palestra di sport di combattimento. Da noi si suda davvero, non si fa fitness».
Ad essere imbarcato nella nuova avventura di Guaglianone ci sarà anche Rocky Mattioli, emigrato australiano che a Milano si è laureato campione del mondo nei pesi medi nel 1977, arrivando a difendere il titolo per altre due volte. E fino a prima dell’estate insegnante della «noble art» fra i bambini sempre alla Doria. Ecco il suo ricordo di quando ci mise per la prima volta piede nel 1975: «Ero abituato allo standard delle palestre australiane e mi sembrò un po’ piccolina. Ma lì trovai un grandissimo maestro, Ottavio Tazzi, che per me è stato come un padre». Anni formidabili quelli fra i ’70 e ’80: «C’erano pugili australiani. Come Barry Michael, campione del mondo Ibf nel 1985. Picchiava come un assassiono e nessuno voleva fare con lui i guanti, a parte il sottoscritto. C’era Joey Gibilisco, arrivato nel nostro Paese sotto l’ala del manager Umberto Branchini, su mio suggerimento». Diventò titolo europeo dei pesi leggeri nel 1982. Collaborerà alla futura Doria anche Angelo Valente, 44 anni, che in San Babila si è allenato dal 1998 al 2016 diventando campione del mondo di kick boxing nella categoria 70 kg, dal 1999 al 2001 (oltre che nel 2007): «Non è una palestra. La Doria è una istituzione».