Nella bufera del Pandoro-gate non è finita solo Chiara Ferragni ma, in parte, anche l’azienda che il dolce natalizio lo produce, ovvero la Balocco. L’influencer ha dovuto pagare una salatissima multa (circa di un milione di euro, la stessa cifra ricevuta dall’azienda dolciaria per suggellare la partnership commerciale), ma sul banco degli imputati è finito anche il gruppo piemontese. L’accusa è stata la stessa mossa all’imprenditrice digitale: “Pratica commerciale scorretta”.
Balocco però ha dovuto pagare 420 mila euro, circa la metà della sanzione inflitta a Ferragni. Una multa ritenuta ingiusta dall’azienda, che subito con un comunicato ha fatto sapere che avrebbe agito per vie legali: “Balocco Spa ha appreso il contenuto del provvedimento emesso dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) e prende atto della sanzione comminata, nonostante gli impegni profusi per fornire tutti gli elementi necessari per una corretta ricostruzione del caso. L'azienda, che da sempre opera secondo principi di correttezza e trasparenza, ritiene di non condividere la decisione e si riserva pertanto di agire nelle sedi opportune per tutelare i propri diritti”.
Sette mesi dopo l’esplosione del caso, l’azienda è tornata sulla vicenda con le parole dell’ad Alessandra Balocco al quotidiano torinese La Stampa. "Una vicenda oltremodo strumentalizzata.
“Ho vissuto una tragedia a livello umano e personale, che non mi ha però impedito di focalizzarmi sull'azienda nella quale lavoro da oltre trent'anni. Guardando indietro - spiega - non posso che essere infinitamente riconoscente a tutti i nostri manager, dipendenti e collaboratori, che si sono stretti intorno a noi, e ci hanno aiutato a tenere la barra dritta".
Nonostante il gruppo sia finito nella bufera per la questione Pandoro-gate, i ricavi non si sono fermati, anzi. Balocco nel 2023 ha registrato 17 milioni di utile, poco meno del doppio rispetto alla media di 9 negli anni precedenti.
"Questa vicenda è stata oltremodo strumentalizzata" ragiona l'ad. "Ci tengo nuovamente a sottolineare che siamo fiduciosi di riuscire a dimostrare la nostra piena buona fede. Naturalmente, rispettiamo il lavoro dei giudici che, a vario titolo, si stanno occupando della vicenda, ferma la nostra convinzione di non aver messo in atto alcuna pratica commerciale scorretta nei confronti dei consumatori. Questo punto oggi è centrale - conclude - e lavoro ogni giorno per proteggere la reputazione dell’azienda e dei suoi dipendenti e collaboratori".