
Matteo Trapasso con uno dei suoi prodotti davanti al suo panificio in via Stoppani e l’interno di TraMa 8,87 metri quadrati nei quali trovano posto il banco per lavorare quello per la vendita e i forni (Andrea Partiti Studio)
Milano – È possibile impastare, infornare e vendere pane, focacce e dolci in uno spazio di meno di 9 metri quadri? La risposta è sì. La dimostrazione si ha affacciandosi nel locale “TraMa“ in via Stoppani 30, a Porta Venezia, che è il panificio artigianale più piccolo d’Europa e, forse, anche del mondo. I clienti fanno la coda sul marciapiedi, intanto sbirciano dentro e iniziano a scegliere con lo sguardo quello che si porteranno a casa o che mangeranno subito. “Ho aperto a novembre del 2022”, racconta Matteo Trapasso, il titolare-fondatore. Vive a Monza e ha 26 anni.
“TraMa“ fonde le prime lettere del suo cognome e quelle del suo nome; in più suggerisce un intreccio, una storia. “La mia ricalca quella del mio sogno, che è iniziato quando ero un bambino. Ho sempre sognato di “avere le mani in pasta“ anche quando ancora non sapevo bene dove questa mia passione mi avrebbe portato. Ho studiato all’Istituto alberghiero Olivetti di Monza e, durante uno stage al ristorante svedese Bjork, io mi occupavo di impastare e cuocere il pane. Quello nero di segale per preparare i tipici sandwich scandinavi. Così ho capito che avrei voluto fare quello nella vita. Poi ho desiderato un’attività tutta mia, cercavo un “posto piccolo“ ma non immaginavo che avrei aperto il panificio più piccolo d’Europa”.
Di 8,87 metri quadri per l’esattezza. Prima di “TraMa“, cosa c’era? “Per decenni qui c’è stato un biciclettaio. Poi altre attività, finché sono arrivato io”. L’impastatrice lavora no-stop e ogni fase si può vedere, senza barriere, perché l’ambiente è un tutt’uno. Il packaging è riciclabile e i rifiuti sono ridotti al minimo. Tanto che, per la sua scelta di sostenibilità, “TraMa“ è stato premiato nell’ambito del programma “Crescibusiness Progettiamo Sostenibile in Tour” da Intesa San Paolo.
“Utilizzo lievito madre per impasti a lunga fermentazione e farina biologica macinata a pietra che arriva da tre mulini selezionati da me”, in Lombardia, tra Olona e Ticino, a Cossano Belbo, vicino Cuneo; anche un grano duro del Molise. Niente farine bianche raffinate ma integrali. E il ventiseienne ha creato pure il “suo“ pane, “che si chiama 8,87, come i metri quadri del locale, e che ha 8 farine dentro”. Oltre al pane, i clienti possono trovare focacce e torte della tradizione “come quelle di mele o al cioccolato. Amo la semplicità”, ma anche pan brioche, panettoni e, adesso, le colombe. Su Instagram (dove ha 12,6mila follower) ieri ha postato una “storia“ rivelando di aver preparato “75 colombe in 4 giorni. In 8 metri quadri”. Altra particolarità del negozio: “È quasi del tutto cashless”. Matteo Trapasso dimostra anche che “per essere fornaio si può condurre una vita con orari “normali“. Io utilizzo impasto a lunga fermentazione, quindi arrivo qui al mattino e mi metto al lavoro. Non occorre che io stia nel laboratorio di notte”.
Per il modello virtuoso che rappresenta, Trapasso ha ricevuto una targa da Pierluigi Monceri, direttore regionale Milano Monza e Brianza di Intesa San Paolo. “TraMa“ è tra le 120 aziende vincitrici selezionate in tutta Italia, a cui è offerta l’opportunità di essere inserite in un percorso di visibilità e sviluppo e che potranno beneficiare di finanziamenti dedicati. “è un esempio di cultura sostenibile, che vogliamo promuovere sul territorio – dichiara Monceri –. In particolare, l’attenzione alle esigenze delle piccole realtà commerciali si è concretizzata anche con la nostra recente iniziativa di azzeramento delle commissioni sui micropagamenti POS fino a 10 euro per tutto il 2025”.