Milano – I dipendenti di Panini Durini hanno ricevuto venerdì scorso una stringata comunicazione, tramite email, con la richiesta di "restituire le chiavi dei punti vendita" che da lunedì hanno chiuso i battenti. Nessuna spiegazione da parte dell’azienda, e nessuna rassicurazione sul loro futuro. Da lunedì stanno smaltendo le ferie, in attesa di sviluppi su una situazione definita "nebulosa" dai sindacalisti.
Ritardi su stipendi e Tfr
Per ora, unica nota positiva, non sarebbe stata aperta una procedura di licenziamento collettivo, che solitamente si accompagna alle crisi aziendali. "Abbiamo chiesto all’azienda un incontro urgente – spiega Isa Tonoli, segretaria della Filcams-Cgil di Milano – perché i lavoratori hanno bisogno di risposte sul loro futuro. Con Panini Durini c’erano già stati problemi in passato, legati a ritardi nei pagamenti degli stipendi o dei Tfr, e chi aveva altre opportunità per le mani si è dimesso e ha cambiato posto di lavoro".
I debiti
Una catena che ha accumulato debiti, fino a quando la paninoteca “chic“ inaugurata 13 anni fa ha annunciato sui social che i suoi 12 locali in città (più altri sparsi in Lombardia, a Genova e a Torino) cessano di esistere: "Vi ringraziamo per averci tenuto compagnia", è il messaggio ai clienti concluso con un vago segnale di speranza: "Non è un addio, in qualche modo ci rincontreremo". Gli sviluppi sono ancora tutti da decifrare, anche se i locali in zone di pregio della città potrebbero essere appetibili per eventuali imprenditori interessati a un subentro.
Il precedente Domino’s
Una chiusura improvvisa che ricorda quella del ramo italiano della catena statunitense Domino’s Pizza, con il licenziamento dei dipendenti e una procedura davanti al Tribunale fallimentare di Milano.
Stefano Saturnino
Intanto, parla il fondatore di Panini Durini, Stefano Saturnino, che da anni ha ceduto la società aperta nel 2011 con l’idea di creare il "primo lunch bar dedicato unicamente al panino" con ingredienti di qualità. "Nel 2017 cedetti Panini Durini ad Astraco, società di advisory indipendente guidata da Nino Dell’Arte – spiega – e da quel momento mi dedicai ad altri progetti che diedero vita a realtà di successo, tra cui Pizzium, Marghe o Gelsomina. La notizia della chiusura di Panini Durini mi dispiace molto perché, quando ho lasciato la società, c’erano tutte le condizioni per continuare sulla strada tracciata fino alla mia uscita e mantenere Panini Durini un brand di successo".