
di Giambattista Anastasio
Nulla sta andando per il verso giusto in via Saint Bon 6. E a farne le spese sono gli inquilini del complesso di edilizia pubblica gestito da MM, circa un migliaio. I lavori di riqualificazione degli edifici sarebbero dovuti iniziare a marzo, invece sono iniziati a maggio. Ed ora sono praticamente fermi: ieri mattina in alcuni cantieri non si contavano operai al lavoro, in altri non se ne contavano più di due. Uno stallo che ha una ricaduta immediata sulla vita degli inquilini: acqua in casa.
Questo vale, in particolare, per gli inquilini della scala N, vale a dire, gli inquilini della torre di via Saint Bon: qui il progetto stilato da MM prevedeva, e continua a prevedere, la posa di un cappotto termico lungo tutta la facciata che coibenti ed isoli lo stabile. I lavori propedeutici sono stati fatti: la torre ora è nuda, spogliata di ogni copertura esterna, e alle finestre non c’è più neppure il marmo dei davanzali. Ed è proprio per questo che entra l’acqua. È da qui che la pioggia caduta nei giorni scorsi si è infiltrata negli alloggi, acuendo la rabbia degli inquilini verso quel cantiere, del tutto fermo, e nei confronti delle ragioni che lo stanno tenendo fermo.
Secondo quanto può riferire Il Giorno il cappotto individuato da MM nel progetto di coibentazione della torre non può più essere installato semplicemente perché non è più a norma per le leggi comunitarie. I pannelli di cui è composto sono diventati fuorilegge per ragioni di sostenibilità ambientale dei materiali di cui sono composti. Errore progettuale di MM? Gabriele Rabaiotti, assessore comunale alle Politiche sociali e abitative, precisa che "quel rivestimento è stato dichiarato fuorilegge nel tempo intercorso tra l’approvazione del progetto e l’inizio dei lavori, quindi non si può parlare di errore progettuale". Precisato questo, resta l’impasse. Acquistare un cappotto alternativo e al passo con le norme si può, ma il costo è maggiore rispetto a quello previsto per il rivestimento precedente e maggiori sono anche i tempi di consegna perché la pandemia ha provocato un aumento del costo delle materie prime e una contrazione della produzione rispetto alle richieste. La parola dal quale origina lo stallo è: extracosti. Ad agosto l’impresa ha inviato ad MM una segnalazione in merito, ma la soluzione ad oggi non è stata individuata.
E gli extracosti non sono limitati alla torre, alla scala N, ma riguardano anche il resto del complesso di via Saint Bon 6, fatto di una stecca di edifici. In questo caso il progetto di MM prevede che sia sostituita la copertura esterna dei tubi dell’acqua potabile. Ma una volta aperti i cantieri e rimossa una parte del rivestimento esterno, ci si è resi conto che in alcuni punti i tubi sono da cambiare perché usurati, perché marci. Anche in questo caso, quindi, i soldi messi a preventivo per l’intervento non sono sufficienti. Discorso analogo vale per il rifacimento delle coperture delle 12 scale che scandiscono il complesso residenziale. Per 5 di queste è previsto l’intervento sui tetti, per le altre si interverrà sulle pavimentazioni dei terrazzi che stanno in cima agli stabili. Nell’uno e nell’altro caso, il timore degli inquilini è che si scelga di cambiare materiali per risparmiare e rientrare dagli extracosti già menzionati. Un timore fondato perché, secondo quanto risulta a Il Giorno, gli extracosti sono superiori al 10% del valore del contratto siglato da MM con l’impresa, pari a 2,7 milioni di euro. Altro elemento da tenere in conto: i lavori nella stecca sono stati rallentanti anche dall’opera di svuotamento delle cantine dei palazzi, piene di pneumatici. Un lavoro, questo, eseguito da MM.
Da qui la rabbia e le richieste degli inquilini: "Devono intervenire immediatamente per tamponare le infilitrazioni d’acqua dalla facciata e dalle finestre della torre – dicono Antonio Fais e Adelina Bocchino –. Ora arriva l’inverno e non possiamo avere in casa acqua e freddo. I lavori devono ripartire al più presto – aggiungono – e il progetto non deve essere ridimensionato o impoverito. Non dobbiamo essere noi inquilini a pagare il rimpallo di responsabilità tra Comune, MM, imprese".
Il marito di Adelina sta cercando di provvedere da sé, tamponando alla meglio il perimetro delle finestre con il silicone. Inquilini abbandonati al fai da te. "Ma infilitrazioni d’acqua arrivano anche dai pluviali che attraversano gli alloggi in coincidenza degli sgabuzzini" aggiunge Fais. "Incontrerò l’impresa settimana prossima per risolvere la questione – fa sapere Rabaiotti –. Ad oggi, però, non c’è alcun atto formalizzato che autorizzi le imprese a non lavorare in cantiere, quindi i lavori devono andare avanti. E i costi aggiuntivi emersi dagli stati di avanzamento delle opere possono essere coperti con il ribasso d’asta: da questo punto di vista non ci sono problemi". Nel dettaglio, la base d’asta dalla quale è partita la gara per l’affidamento dei lavori di via Saint Bon è pari a 3,8 milioni di euro. Il contratto finale è stato siglato, come detto, a 2,7 milioni di euro.
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