Francesca Grillo
Cronaca

Papalia porta il Comune in tribunale

Oggetto del contendere il cortiletto tolto alla famiglia: "Dalle carte non risulta confiscato, spetta a noi"

Buccinasco 8Milano), 17 luglio 2020 - Un cortile conteso da tre anni: da una parte c’è Adriana Feletti, proprietaria della villetta in via Nearco e moglie di Rocco Papalia, tornato a Buccinasco a febbraio dopo oltre un anno passato in casa lavoro in Abruzzo (una forma di detenzione) e altri 26 anni in carcere. Feletti mostra le carte, planimetrie, il rogito di quando "mia madre mi ha lasciato questa casa, con annesso il cortile – racconta –. Ma il Comune ha voluto chiudere con cancelletti l’accesso e non possiamo utilizzarlo".

Il Comune ha infatti delimitato la porzione di villetta, metà, che è stata confiscata alla famiglia Papalia e dove si svolge un progetto di accoglienza minori. Circa 10 ragazzi stranieri, in fuga dai paesi d’origine, vivono nella metà della villetta confiscata, studiano italiano, svolgono le attività proposte dagli educatori. "Nessun problema con i ragazzi – aggiunge Feletti –, anzi, ho sempre detto che la porta qui è aperta se hanno bisogno. Viviamo tranquilli, chiediamo solo di utilizzare, come ci spetta, il cortile condiviso: dal rogito figura come pertinenza della villetta di mia proprietà". Feletti chiede di usarlo per "cose semplici, anche solo mettere i bidoni dei rifiuti invece di tenerli sotto le finestre. Magari stendere i panni, o far giocare i nipoti quando vengono a trovarmi". Per questo, Feletti ha citato in giudizio il Comune: una causa civile che si terrà il 15 novembre. Per il sindaco Rino Pruiti si tratta di una "provocazione. Papalia non si è mai pentito e mai ha chiesto scusa alla città e a un territorio profondamente ferito dalla presenza della ‘ndrangheta. Penso con dolore anche ai parenti delle vittime. Invece di chiedere scusa e pentirsi, ha fatto causa civile al Comune. Lui e la sua signora non se ne farebbero nulla di questi quattro metri quadri di cortile cementato, evidentemente il suo scopo è altro: continuare la sfida allo Stato e contrastare l’azione culturale e sociale che stiamo svolgendo lì dal 2015". Papalia e la moglie rispondono: "Nessuna provocazione, non ci interessano le polemiche, vogliamo solo che venga riconosciuto un diritto. Se si parla di legalità bisogna essere i primi a rispettare le leggi". E riguardo al passato, ai reati, alle accuse di associazione, droga, sequestri e omicidio, Papalia risponde: "Cose passate, le ho pagate tutte e anche quelle in cui ero innocente, come l’accusa di omicidio. Io non ho fatto male a Buccinasco, per cosa dovrei chiedere scusa? Ho scontato la mia condanna, voglio solo stare con la famiglia, fare il nonno".

Un passato che il 69enne vuole dimenticare, su cui vuole mettere una pietra sopra: "La ‘ndrangheta? Non mi interessano queste cose, non ho niente a che fare, voglio solo vivere sereno. Ho già pagato per gli errori di quando ero giovane", ripete. Ma per il sindaco il passato non può essere archiviato e la richiesta dell’uso del cortile è "una sfida. L’Agenzia dei beni confiscati mi ha assicurato collaborazione, ho informato Prefettura e Ministero degli Interni", aggiunge Pruiti, sostenuto anche dal Pd Milano Metropolitana che ha espresso "sostegno al sindaco e all’amministrazione, costretti a subire l’arroganza della famiglia del boss Papalia e assurde pretese". Ma Feletti non ci sta: "Sarà il giudice a esprimersi e ne rispetterò la decisione".