ANDREA GIANNI
Cronaca

Rhove, il video nel traffico e il regio decreto del 1931: perché il rapper è stato condannato a un mese di arresto (pena sospesa)

Milano, mini condanna e 100 euro di ammenda per Samuel Roveda, l’autore di ‘Shakerando’. Centinaia di comparse in bici sulle strade per girare la clip: “Disagi al traffico, doveva informare il questore”

Samuele Roveda, in arte Rhove, con i componenti della sua crew

Samuele Roveda, in arte Rhove, con i componenti della sua crew

Per il Tribunale di Milano è innegabile che quella fu una "riunione pubblica" non comunicata alla Questura, alla quale il 18 maggio 2022 parteciparono circa 300 persone in bicicletta, reclutate via social per girare un video musicale. Pur essendo stato avvisato durante il corteo della necessità di un accordo con le forze dell’ordine, il rapper Rhove, pseudonimo di Samuel Roveda, "incurante anche della difficoltà creata al traffico veicolare proseguì nel proprio intento", tanto che "l’evento terminerà ore più tardi" nei pressi della stazione Centrale, punto d’arrivo della biciclettata che ha attraversato le strade di Milano. E, pochi giorni dopo, si è verificato un nuovo episodio, in un centro sportivo alle porte di Milano.

Il cantante nato a Rho 23 anni fa, che ha conquistato le classifiche con il brano “Shakerando“, è stato condannato dal giudice monocratico a un mese di arresto e a 100 euro di ammenda, con pena sospesa e non menzione, per aver violato l’articolo 18 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (regolato da un regio decreto del 1931), per aver organizzato due manifestazioni in luoghi pubblici senza darne comunicazione alla Questura.

È stato condannato a 26 giorni di arresto e 93 euro di ammenda, sempre con pena sospesa e non menzione, anche il referente dell’agenzia che ha firmato il contratto di affitto del centro sportivo in via Cornaggia a a Rho, dove il 29 maggio 2022 fu girato un secondo video alla presenza di circa 600 persone "senza la presenza di alcun addetto alla sicurezza e creando problematiche di ordine pubblico". Sono stati assolti "per non aver commesso il fatto", invece, un addetto alle riprese video e l’autista delle vettura alla testa della biciclettata abusiva lungo le vie di Milano, anche loro finiti sotto processo.

Quel giorno, il 18 maggio 2022, il corteo aveva bloccato via Vittor Pisani, facendo infuriare gli automobilisti incolonnati. Poi la storia si è ripetuta a Rho, con il maxi raduno nel centro sportivo tra fumogeni accesi e "coreografie coordinate a mezzo megafono", anche in questo caso senza alcuna comunicazione preventiva alla Questura. Il pm Roberta Amadeo ha aperto quindi un’inchiesta a carico di Rhove e degli altri organizzatori, poi sfociata nel processo con citazione diretta a giudizio. Il legale di Rhove, l’avvocato Daniele Barelli, aveva chiesto l’assoluzione o in subordine il proscioglimento per "fatto di lieve entità". Il giudice Paola Filippini ha stabilito una pena più lieve rispetto ai tre mesi di arresto chiesti dall’accusa perché, si legge nelle motivazioni della sentenza, oltre alla sconto previsto dal rito abbreviato sono state riconosciute le attenuanti generiche "tenuto conto del positivo comportamento processuale".