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Parcheggi d’oro. Il quadro a Palmeri e gli altri regali: "Devo ungere"

Zaccagni e le presunte mazzette: l’ippodromo è mio

Parcheggi d’oro. Il quadro a Palmeri e gli altri regali: "Devo ungere"

Il consigliere regionale della lista Moratti Manfredi Palmeri è indagato per corruzione tra privati

C’era lo "stipendio" mensile di mille euro corrisposto al 74enne Giuseppe Calabrò, che garantiva "protezione" forte dei suoi legami con la ’ndrangheta, a corto di denaro a suo dire per "problemi di liquidità" con gli avvocati, perché deve affrontare il processo sul sequestro di Cristina Mazzotti, morta nel 1974 durante la detenzione. Poi c’era "l’obolo" di quattromila euro al mese versato a Vittorio Boiocchi fino al 29 ottobre del 2022, quando il capo ultrà rimase vittima di un agguato. Per garantirsi la lucrosa gestione dei parcheggi di San Siro, l’imprenditore Gherardo Zaccagni (ora ai domiciliari) doveva pagare un prezzo, e anche ungere qualche ruota. Aveva assunto Giuseppe Caminiti, che vantava un curriculum criminale e una detenzione con Renato Vallanzasca: "Io ho preso Pino esattamente perché Berlusconi ha preso lo stalliere (il riferimento è a Vittorio Mangano, ndr), perché allo stadio non volevo casini".

Gli occhi, nel 2020, erano puntati sul parcheggio dell’ippodromo, perché l’ipotetica realizzazione di un nuovo stadio avrebbe ridotto le aree di sosta attorno a San Siro garantendo così un "quasi" monopolio. "Faranno lo stadio - affermava Zaccagni il 22 luglio 2020, intercettato – e verranno da quelli che c’hanno la Snai per mettere le loro macchine". In questo contesto si inserisce il presunto versamento di una tangente da cinquemila euro a "soggetti non meglio identificati" della società Snaitech, proprietaria dell’ippodromo, per mettere le mani sui parcheggi nel piazzale dello Sport. "Il parcheggio me lo daranno a me per i prossimi 12 anni – si vantava Zaccagni –motivo per cui io e te siamo andati tre volte là dove sai tu". Dalle intercettazioni emergono anche presunti contatti con esponenti delle forze dell’ordine, ricerche della persona giusta da "ungere" per ammorbidire i controlli della polizia locale. "Mi ero comprato anche l’assessore", si vantava Mauro Russo, uno degli indagati, vantando rapporti con non meglio specificati politici. Emerge una presunta mazzetta versata a uno dei dirigenti della società M-I Stadio, compartecipata da Inter e Milan. E in questo contesto si inserisce l’accusa di corruzione tra privati contestata al consigliere di centrodestra Manfredi Palmeri, che avrebbe ricevuto il dipinto “Duomo, Milano“ dell’artista cinese Liu Bolin. "Io a Manfred gli ho comprato già il quadro – affermava Zaccagni nel 2023 –. Sono 10mila di quadro". Altri cinquemila euro sarebbero andati, invece, "a quello del contratto Milan". Palmeri, in una nota, ha respinto le accuse: "Non ho mai fatto favori a nessuno, nel lavoro allo stadio non ho alcun potere decisionale". Tra gli indagati per estorsione c’è anche Marianna Tedesco, esponente di Fratelli d’Italia a Cologno Monzese: è la compagna di Matteo Norrito, membro del direttivo interista e “personaggio cerniera” per i rapporti tra le due curve, nonché socia del rossonero Luca Lucci nei barber shop.

Andrea Gianni