Milano, 10 settembre 2024 – Sono passati cinque giorni dall’allagamento del parcheggio Atm di Romolo e ancora nessuna comunicazione ufficiale dall’azienda. Ancora nessuna risposta su quello che intendono fare con le oltre cento auto finite completamente sommerse dall’acqua e dal fango. Ancora nessuna indicazione su quel che ne sarà dei veicoli, che rimangono fermi al piano interrato, né tanto meno sulle modalità di risarcimento. Il tutto mentre parte la prima diffida ufficiale nei confronti della società.
Il silenzio di Atm
“Lo scorso venerdì avevo scritto all’azienda per chiedere un incontro”, racconta l’avvocato Pietro Sicari, una delle persone che hanno dovuto dire addio all’auto a causa del violento nubifragio dello scorso 5 settembre. “Ho mandato pure una pec, ma nessuno mi ha risposto. Ho ricevuto solo una chiamata interlocutoria, ma non mi hanno detto nulla di concreto. Stesso discorso per quanto riguarda le mail inviate a chi aveva segnalato il sinistro”.
Domande senza risposta
Sul tavolo rimangono aperte una serie di questioni. “Cosa intendono fare con le macchine?”, si chiede Sicari. “Come intendono rimuoverle? Ed eventualmente, come verranno demolite e chi lo farà? Perché suppongo che ormai siano dei rifiuti speciali”. E poi c’è la questione più importante: quella del risarcimento. “Ci aspettiamo che Atm risarcisca celermente questi danni”, commenta l’avvocato. Ma anche su questo nessuna risposta da parte dell’azienda. “Qualcuno deve metterci la faccia”
Un silenzio imbarazzante viste le grandi dimensioni della società. “Atm è una multinazionale, peraltro controllata dal Comune di Milano”, continua Sicari. “Ha un modello organizzativo e un codice etico. Non è possibile che una società così importante non riesca a prendere una posizione, a uscire allo scoperto. Qualcuno deve metterci la faccia e dire come verrà gestito il problema”.
La diffida ad Atm
Ed ecco che Sicari ha deciso di prendere l’iniziativa. “Insieme a due colleghi del mio studio ho scritto una diffida ufficiale ad Atm, nell’interesse delle oltre cinquanta persone che mi hanno conferito la procura”. Procure che continuano ad arrivare, un po’ alla volta, da chi non aveva potuto conferirla in precedenza. “Nella diffida abbiamo ribadito la necessità di un incontro, ma non abbiamo ricevuto risposta”.
“La gente è disperata”
Intanto il tempo passa e molte persone si trovano in una situazione di grande disagio. “La gente è disperata”, racconta Sicari. “C’è chi non dorme da giorni, c’è chi abita in zone prive di mezzi pubblici e non riesce a raggiungere il posto di lavoro. C’è chi non ha la possibilità di noleggiare una macchina, chi non può ottenere un finanziamento. Il danno economico è importante: c’è chi riesce a gestirlo e chi fa veramente fatica”.
La confusione sulle procedure
C’è poi chi aveva lasciato in auto oggetti personali o persino le chiavi di casa. E anche qui Sicari lamenta la mancanza di una procedura ben definita e uguale per tutti. “C’è molta confusione”, racconta l’avvocato. “Immagino ci siano delle problematiche legate alla sicurezza dello stabile, forse persino dei rischi inerenti alla staticità. E infatti l’ingresso è presidiato, da quel che mi hanno detto, dai vigilanti di Atm. Ma qualcuno è riuscito a entrare e a recuperare le chiavi: la gente non sa più cosa pensare”.
I danni alle auto
Qualche informazione arriva proprio da chi è riuscito ad accedere al parcheggio. “Alcune delle persone che hanno recuperato le chiavi mi hanno detto che erano corrose. Immaginiamo cosa sia successo al resto”, si chiede Sicari. Oltre all’acqua, nel piano interrato del parcheggio è infatti confluito lo scarico della fogna. “Le macchine si sono tutte impregnate: in alcune si è aperto il cofano e in altre i finestrini”. Probabilmente nessuna potrà più essere utilizzata.
Una situazione di stallo
Il tutto mentre il gruppo WhatsApp creato dall’avvocato continua a registrare nuove adesioni. Cinque giorni fa Sicari parlava di circa 80 membri. “Adesso credo che siamo a 105-107. Molti non sapevano dell’esistenza del gruppo e poi, anche in seguito al vostro articolo, mi hanno contattato per associarsi”.
La loro richiesta è sempre la stessa: un confronto con Atm e risposte concrete. “Anche noi lavoriamo e diamo il nostro contribuito alla crescita della città”, conclude l’avvocato. “Ora siamo seriamente in difficoltà: non possono lasciarci in questa situazione di stallo”.