
lo stallo con in mezzo il lampione usato soprattutto dai ciclisti perché le auto non riescono a entrarci
Milano, 7 aprile 2015 - Chi diavolo ha disegnato i parcheggi in via Meda? La domanda sorge spontanea se si ha la necessità di posteggiare l’auto nel tratto più periferico della via, quello che parte dal civico 47 e finisce all’incrocio con viale Giovanni da Cermenate. Qui vige ancora il regime delle strisce bianche: sosta libera. Ma non troppo. In alcuni casi, proprio dentro il perimetro degli stalli si ergono, infatti, i pali della luce. Le strisce bianche sembrano recintare i lampioni più che delimitare un posteggio. Evidentemente né il dirigente del Comune che ha varato il ridisegno della sosta in quel tratto della via né gli operai che hanno materialmente eseguito l’ordine si sono preoccupati della presenza dei pali.
Eppure il loro ingombro, in due casi, è tutt’altro che insignificante. Uno stallo è completamente inutilizzabile. Vedere per credere la fotografia in alto a sinistra. Come si può notare, quello stallo si è automaticamente trasformato da stallo per le auto a stallo per le biciclette. Sì, perché il palo della luce giace proprio nel bel mezzo dell’area di sosta e non c’è vettura, grande o piccola, utilitaria o Suv, che possa inserirsi tra il lampione e quel che resta del posteggio: convinvenza impossibile, tant’è che gli automobilisti sono costretti a lasciare le vetture intorno alle strisce bianche. Tutt’altra comodità per i ciclofili, che hanno uno stallo tanto grande da far invidia a mezzo mondo.
In un secondo caso, l’area di sosta è usufruibile per metà. Come sopra, riecco un bel lampione entro il perimetro delle strisce bianche, ma stavolta non esattamente nel mezzo. Fatto, o casualità, che consente a chi abbia una vettura di piccole dimensione di riuscire a parcheggiarla convivendo, ora sì, col palo. Fortemente sconsigliato tentare di parcheggiare a chi abbia, invece, una berlina, una station-wagon o un Suv: il palo non si spezza né si piega, la carrozzeria sì. Quel che stupisce è, poi, la schizofrenia delle scelte fatte in zona. Nel tratto più periferico di via Meda i parcheggi erano prima disegnati sulla carreggiata stradale, e non sul marciapiede e tra i lampioni, come è da qualche tempo. Il Comune ha quindi preferito ridurre la porzione di marciapiede a disposizione dei pedoni e obbligarli a convivere con le auto. Peccato che nella vicinissima via Spaventa, sul lato del comando della polizia locale, sia stato fatto l’opposto. Chi diavolo ha ridisegnato le aree di sosta in via Meda e immediati dintorni? giambattista.anastasio@ilgiorno.net