
Il sindaco Sala con gli alpini durante la passegiata organizzata da Italia Nostra per la rinascita di Rogoredo
Milano, 30 marzo 2019 - Oltre 300 tonnellate di rifiuti raccolti. Più di 4,5 chilometri di percorsi rimessi a nuovo. Un sentiero per mountain bike da 3,8 chilometri. Un lavoro andato avanti per 18 mesi. Pian piano, i volontari di Italia Nostra hanno guadagnato terreno al parco Cassinis, sottraendone agli spacciatori. Nel frattempo, i controlli quotidiani delle forze dell’ordine nell’ormai tristemente famoso boschetto di Rogoredo e il piano di assistenza sanitaria ai tossicodipendenti hanno fatto il resto: il numero di eroinomani che frequentano la zona è diminuito del 75% rispetto al recente passato, passando dai 1.500-2.000 registrati nel 2018 ai 450-500 di oggi; e una quarantina di loro è già in comunità o è in attesa di entrarci a breve, con altri 50 «agganciati» dagli operatori di Croce Rossa e associazioni di volontariato nella speranza che accettino di intraprendere un percorso di recupero.
Che qualcosa stia cambiando a Rogoredo lo si vede passeggiando nell’area verde, come ieri mattina hanno fatto centinaia di persone insieme al prefetto Renato Saccone, al sindaco Giuseppe Sala e agli assessori Anna Scavuzzo e Pierfrancesco Maran: l’area di smercio si è sensibilmente ridotta, confinata ormai a una collinetta sul lato di via Sant’Arialdo su un totale di 65 ettari quasi del tutto riconquistati. «C’è ancora molto da fare – premette Sala – però questo recupero è stato un segno di forza, di determinazione e di collaborazione: i cittadini si stanno riappropriando di questo spazio, ma bisogna comunque tenere gli occhi aperti, perché è chiaro che potrebbero esserci dei ritorni». E ancora: «Oggi (ieri, ndr) non abbiamo visto nessuno, ma si tratta di andare avanti con costanza, con la collaborazione di tutti – la conclusione del primo cittadino –. Io prendo come un buon auspicio quello che ha detto ieri (venerdì, ndr) il ministro dell’Interno Matteo Salvini: se e quando arriveranno più risorse a Milano (si parla di 500 agenti in più in città, ndr), sarà cosa positiva».
Soddisfatto pure il prefetto Saccone, in particolare per i primi risultati dell’azione di sostegno agli eroinomani intrapresa un paio di mesi fa: «Continuiamo perché è un percorso ancora lungo», dice prudente, ben consapevole che il problema è tutt’altro che risolto e che adesso il rischio è «che si aprano altri rivoli», intesi come piazze di spaccio alternative al boschetto, «che noi dobbiamo seguire e contrastare». Detto questo, restano i numeri di questo inizio di 2019. In totale, dal primo gennaio al 22 marzo, carabinieri e polizia, in particolare i militari della stazione Romana Vittoria e gli agenti del commissariato Mecenate, hanno effettuato 364 servizi di controllo con 576 pattuglie impiegate: nel corso delle attività, sono state arrestare 18 persone per detenzione ai fini di spaccio e sequestrati quasi 4 chili di stupefacente, di cui 989 grammi di eroina, 2,5 chili di cocaina, 118 grammi di hashish, 38 di marijuana e 3,3 di sostanze sintetiche. Sul fronte dell’assistenza sanitaria ai tossicodipendenti, gli ultimi report della Regione parlano di quasi 4mila eroinomani contattati sul posto, di cui 3.186 uomini e 742 donne, di età compresa tra 25 e 45 anni; identificati e segnalati all’autorità giudiziaria 13 minorenni, di cui 3 ragazzini e 10 ragazzine. La struttura di soccorso è intervenuta in dieci occasioni per evitare altrettanti possibili morti di overdose. Come dire: la strada è buona, ma ce n’è ancora tanta da percorrere.