
Giuseppe Salvi (NewPress)
San Giuliano, 30 maggio 2018 - In un mondo di nativi digitali, c’è ancora chi fa del contatto con la natura una professione. È il caso di Giuseppe Salvi, 55 anni, pastore con mille pecore al seguito, che da settembre a maggio vive in una cascina del parco agricolo Sud Milano, portando a pascolare il gregge tra Melegnano, San Giuliano, San Donato e il quartiere meneghino di Porto di Mare. Anche se nella sua attività transumante cerca di evitare le strade più battute, può capitare di vederlo all’opera, circondato dai suoi animali negli spicchi di campagna che corrono paralleli al traffico, con uno sfondo di fabbriche e uffici. Un’immagine d’altri tempi, che non può non strappare un sorriso. Un lavoro, che non è stato certo un ripiego, anzi deriva da una grande passione.
«Il contatto con la natura è importante, non potrei farne a meno – dice -. Anche se sembra che il mondo vada in un’altra direzione, non mi sento strano. Sto benissimo a fare quello che faccio». Nato a Melzo da una famiglia originaria della Valle Imagna, padre bergamino, ha iniziato a bazzicare le campagne giovanissimo.
«Andavo a scuola ad Agrate Brianza. Un giorno è passato di lì un gregge di pecore – racconta -. Ho chiesto al pastore se avesse bisogno di un aiutante. Così è iniziata la mia avventura. Avevo tredici anni. Dopo otto anni di tirocinio, mi sono messo in proprio. I miei fratelli hanno preferito lavorare nell’industria, seguendo le nuove tendenze sociali. Io invece ho scelto gli ovini». Si definisce un «pastore cittadino» perché passa nove mesi all’anno nell’hinterland, mentre da giugno a settembre porta le pecore in alpeggio, nella Bergamasca, organizzando il trasporto degli animali sui camion. «Nel mio lavoro ho girato parecchio, sono stato anche in Emilia Romagna e in Piemonte. Il Sud Milano mi ha preso, non so che dire, mi ci trovo a mio agio. Nel Parco Agricolo ci sono posti affascinanti, a partire dai dintorni di Rocca Brivio, a San Giuliano, col Lambro che scorre lì vicino. Ma gli esempi sono tanti, da Rogoredo a Chiaravalle. Anche a Porto di Mare è stato fatto un buon lavoro per rilanciare la zona. E poi, grazie al depuratore di Nosedo, ora le rogge sono più pulite».
Nella sua attività Salvi può contare sul contributo di un aiuante, la moglie Luigia Belingheri («che se la cava bene col reparto maternità, quando nascono gli agnellini») e di cinque cani. Anche le due figlie seguono gli spostamenti del gregge. La sua è, a tutti gli effetti, un’azienda di famiglia. «I tragitti lunghi li percorriamo di notte, quelli brevi di giorno – spiega -. Cerchiamo di evitare il più possibile il traffico. Per fare dieci chilometri ci mettiamo circa tre ore. Cosa faccio mentre le pecore sono al pascolo? Mi assicuro che mangino e stiano bene: con gli animali bisogna aprire cento occhi. E poi penso. Ogni tanto, mi fermano le famiglie coi bambini, mi fanno delle domande. Due chiacchiere si scambiano sempre volentieri».