NICOLA PALMA
Cronaca

Il cartello delle patatine: patto occulto per alzare i prezzi? L’Antitrust indaga su Amica, Pata e Preziosi Food

Il sospetto: offerte concordate dal 2020 per bloccare la concorrenza. Danneggiati consumatori e supermercati. Tutto è cominciato a marzo con una segnalazione anonima al portale di whistleblowing dell’Authority

Amica, Pata e Preziosi: i tre marchi di patatine sotto la lente dell'Antitrust

Amica, Pata e Preziosi: i tre marchi di patatine sotto la lente dell'Antitrust

Il sospetto è che le tre aziende si siano messe d’accordo per spartirsi il mercato, con più obiettivi nascosti: stabilire i prezzi a monte, spuntare le “armi” di contrattazione degli interlocutori e posizionare al meglio i prodotti con il loro marchio sugli stessi scaffali dei supermercati. Un presunto patto di non belligeranza, insomma, che sarebbe stato siglato nel 2020, se non prima. È questo il terreno su cui si sta muovendo l’Antitrust per capire se Amica Chips, Pata e Preziosi Food, tra i leader italiani nella produzione di patatine e snack salati, abbiano stipulato un’intesa occulta per dividersi la torta italiana delle private label, vale a dire delle chips in busta commercializzate dai player della grande distribuzione organizzata con il proprio logo di riferimento e non con quello della ditta che lo realizza materialmente.

Stando agli atti già resi noti a fine settembre, il primo marzo 2024, una segnalazione anonima inserita nella piattaforma di whistleblowing dell’Authority ha ipotizzato un “cartello” tra Amica Chips e Pata, entrambe di base nella mantovana Castiglion delle Stiviere, “consistente nella concertazione delle proposte di prezzo da presentare ai buyer della Gdo per la vendita, a livello nazionale, delle referenze delle patatine fritte in busta a marchio privato, distribuite attraverso la rete della grande distribuzione organizzata”. Secondo l’alert, tra le catene interessate ci sarebbero “Esselunga, Carrefour, Coop, Conad, Lidl, Aldi, MD e Penny”. Ora si scopre, da un secondo provvedimento pubblicato nel bollettino Antitrust dello scorso 23 dicembre, che gli accertamenti ispettivi hanno generato un ampliamento dell’indagine su tre fronti. Il primo: la documentazione ha fatto emergere “che l’ipotizzato coordinamento tra Amica Chips e Pata delle proposte di prezzo” avrebbe riguardato non solo le patatine fritte, ma pure “altri prodotti a marchio privato rientranti nella più ampia categoria degli snack salati”.

Di più: sono emersi “elementi che consentono di ipotizzare il coinvolgimento nell’intesa prospettata in avvio, nonché negli ulteriori profili di concertazione, anche della società Preziosi Food spa”, con sede legale in via dei Valtorta a Milano. Infine, le prime tracce scritte “della concertazione contestata” portano al 2020, quindi a retrodatare il presunto accordo di quattro anni rispetto alla segnalazione. Il valore del mercato di cui stiamo parlando si aggira intorno ai 580 milioni di euro l’anno, 600 se consideriamo anche le tortillas; la quota delle private label conta per il 10% del totale.

Dal lato dell’offerta, annota l’Authority presieduta da Roberto Rustichelli, “la produzione delle chips risulta essere piuttosto concentrata”. I principali attori sulla scena sono “San Carlo Gruppo Alimentare spa, Pata, Amica Chips, Preziosi Food e Crik Crok srl”. Senza contare “diverse società che producono brand di chips in stabilimenti presenti in altri Paesi europei e le importano in Italia”: i tecnici citano come esempio Pringles, Lays e Tyrrells, prodotte rispettivamente da Procter&Gamble, Pepsi Co e Tyrrells Potato Chips. Pata e Amica Chips si inseriscono con fette di mercato decisamente consistenti: il 29% e il 24%, a fronte di fatturati che nel 2023 hanno fatto segnare quota 171 e 140 milioni di euro. “Sulla base di quanto riscontrato – si legge ancora –, le parti sono i principali produttori italiani di chips a marchio privato prodotte per la Gdo”. In particolare, “Amica Chips è fornitore di Esselunga, Lidl, Carrefour, Selex e Crai”, mentre Pata ha rapporti commerciali con “Coop, Pam, Tigre, Conad, Eurospin e Despar”; Preziosi Food, invece, rifornisce le catene “maggiormente presenti nel Sud Italia, come ad esempio MD e Penny Market”, mentre “non risulta che San Carlo e Crik Crok producano patatine per le private label della Gdo”.

In questo contesto, per l’Antitrust, la paventata “intesa volta a mantenere artificiosamente più elevato il prezzo da praticare alla Gdo per i prodotti private label è idonea a ridurne la capacità concorrenziale nei confronti dei prodotti a marchio proprio e, quindi, a condizionare l’intero mercato all’ingrosso delle chips, con un’inevitabile ricaduta sui prezzi praticati ai consumatori finali”. Nelle prossime settimane, i rappresentanti legali delle ditte potranno inoltrare richiesta di essere sentiti.