Milano - Il cenno d’intesa per accodarsi al gruppo di turisti. L’ombrellino aperto per coprire i movimenti attorno allo zaino. Poi il furto e l’arresto della polizia. Le tre ladre di origine bulgara sono state bloccate venerdì pomeriggio in via Manzoni dai poliziotti della sezione "Crimine diffuso" della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Michele Scarola; l’operativa Elena Z., 32 anni, e una delle due complici, la connazionale trentaquattrenne Vanya Z., erano già note alle forze dell’ordine per colpi simili all’interno degli esercizi commerciali del centro e nei pressi della stazione ferroviaria di Firenze. Pendolari del furto nelle più importanti città d’arte, per intenderci.
L’intervento scatta attorno alle 15.30, quando gli specialisti di via Fatebenefratelli, quotidianamente impegnati in servizi anti-borseggi nelle zone più frequentate della metropoli, notano le tre donne che continuano a entrare e uscire dai negozi di corso Vittorio Emanuele e si insospettiscono subito, ipotizzando che siano a caccia di qualche cliente da derubare. Poco dopo, il gruppo si sposta in piazza Scala, proprio nel momento in cui alcuni turisti stanno scendendo da un autobus per fare un giro nel Quadrilatero della moda. Le tre si guardano e si accodano alla comitiva lungo via Manzoni, in direzione Monte Napoleone.
Dopo poche decine di metri, si piazzano alle spalle di una cinquantaquattrenne e puntano il suo zaino: Elena Z. si avvicina per aprirlo, mentre Vanya Z. e la quarantenne Darina M. la coprono, aprendo anche un ombrellino per impedire ai passanti di vedere cosa stanno facendo. Questione di pochi attimi: l’operativa, che si muove con particolare dimestichezza, abbassa la cerniera senza che la proprietaria si accorga di nulla, tira fuori una pochette griffata Alviero Martini, la nasconde sotto il cappotto e si infila nell’androne del civico 12, sede del museo Poldi Pezzoli, per controllarne il contenuto in tempo reale. Nella borsetta, del valore di circa 70 euro, ci sono documenti e auricolari airpods da 50 euro.
Gli investigatori, che hanno assistito al raid in diretta, bloccano immediatamente la trentaduenne e le due complici, per poi avvisare la derubata, totalmente all’oscuro di quello che era appena successo. Le tre donne, difese dall’avvocato di fiducia Lapo Fè, vengono accompagnate in Questura per gli accertamenti del caso: il confronto delle impronte fa emergere i precedenti specifici per due di loro, accumulati a Firenze negli anni scorsi. D’intesa col pm di turno Angelo Renna, le borseggiatrici vengono arrestate per furto aggravato in concorso e trasferite nelle camere di sicurezza, in attesa del processo per direttissima in programma la mattina dopo. La turista ha presentato denuncia per l’accaduto ed è subito tornata in possesso di ciò che le era stato rubato.