ANDREA GIANNI
Cronaca

Pensionata assassinata in casa. I giudici confermano l’ergastolo: "Il volontario voleva uccidere"

La Corte d’Assise d’Appello mantiene il quadro che ha portato alla condanna di Sergio Domenichini. I gioielli rapinati venduti per andare in vacanza. Corretta l’aggravante dei motivi abbietti contestata due volte.

La Corte d’Assise d’Appello mantiene il quadro che ha portato alla condanna di Sergio Domenichini. I gioielli rapinati venduti per andare in vacanza. Corretta l’aggravante dei motivi abbietti contestata due volte.

La Corte d’Assise d’Appello mantiene il quadro che ha portato alla condanna di Sergio Domenichini. I gioielli rapinati venduti per andare in vacanza. Corretta l’aggravante dei motivi abbietti contestata due volte.

Lui non ha mai confessato, continua a sostenere di essere entrato nella casa, in un cortile nel centro storico di Malnate, e di aver trovato a terra il cadavere della donna. La Corte d’Assise d’Appello di Milano ieri ha escluso un’aggravante “ridondante“, ma la sostanza non cambia. È stata confermata, infatti, la condanna all’ergastolo per Sergio Domenichini, 68 anni, accusato di aver ucciso nel luglio 2022 Carmela Fabozzi, pensionata di 73 anni. Un omicidio che, secondo le accuse, ha come movente la rapina. Domenichini, dopo il delitto, ha portato via gioielli dall’abitazione, per poi rivenderli a un compro oro e pagarsi così le vacanze al mare con la compagna.

La vittima era stata aggredita e colpita più volte alla testa con un vaso. Il killer, prima di fuggire, si era preoccupato di pulire l’arma del delitto per nascondere le sue impronte dimenticandosi però, nella concitazione, di cancellare le tracce lasciate dalle dita all’interno del vaso, rilevate dagli investigatori. È uno degli elementi che lo hanno inchiodato, e hanno permesso ai carabinieri di risolvere il giallo. Stando a quanto ricostruito dall’accusa, vittima e killer si conoscevano: Il 68enne a inizio 2022 si era presentato alla pensionata come volontario di un’associazione (alla quale risultava effettivamente aderente) impegnata in servizi di trasporto per persone anziane e pazienti oncologici e la donna ha accettato più volte passaggi. Oltre alle impronte sul vaso, l’arma del delitto, gli investigatori hanno trovato il dna del 68enne sotto un’unghia della vittima, che avrebbe cercato di difendersi.

Il profilo di Domenichini, citando la requisitoria del pm di Varese nel processo di primo grado, è quello di una persona che "delinque in maniera ininterrotta da quattro decenni" e che nell’appartamento di Malnate la mattina del 22 luglio 2022 ha voluto "con coscienza la morte di Carmela Fabozzi". Lo scorso 28 febbraio, la Corte d’Assise di Varese lo aveva condannato all’ergastolo. Ieri il processo d’appello a Milano: accogliendo la richiesta del sostituto pg Angelo Renna, i giudici hanno confermato la sentenza, correggendo l’anomalia dell’aggravante dei motivi abietti contestata due volte, sia per il reato di omicidio sia per quello di rapina. Confermato anche il risarcimento per le parti civili, assistite dagli avvocati Raffaele Boni e Rachele Bianchi: 300mila euro per il figlio di Carmela, ieri presente in aula, e 80mila euro per la nipote. Il difensore di Domenichini, l’avvocato Francesca Cerri, valuterà ora un ricorso in Cassazione.