BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Manca il personale, è emergenza: "La nostra sanità in codice rosso"

Il Comitato Salute Melegnano Martesana lancia l’appello: dai camici bianchi agli operatori, un dramma. Fumata nera anche per le Case di Comunità e chiusura della Psichiatria, Laurelli: ma non demordiamo

Manifestazione

Vaprio d'Adda (Milano) - Il primo malato? "La nostra sanità". Nessun dubbio per il Coordinamento diritto alla Salute Melegnano-Martesana che lancia l’allarme "sulle carenze del territorio", dice la portavoce Giovanna Capelli all’indomani dell’elezione della Conferenza dei sindaci che nel prossimo triennio sarà guidata da Ivonne Cosciotti (Pioltello). Il gruppo detta l’agenda alla politica e ai tecnici. "In quest’area scontiamo una drammatica mancanza di personale: abbiamo 3,7 operatori ogni mille abitanti – bacino di utenza, 650mila - contro i 7,8 di altre Asst".

E poi c’è la ferita aperta della chiusura della Psichiatria a Melzo, "reparto fantasma da un anno con ripercussioni gravissime su 6mila pazienti rimasti senza punto di riferimento". Come gli altri 135mila "in attesa di un medico di famiglia, in questa zona ne mancano una novantina, qualcuno è arrivato, ma è una goccia nel mare e il problema di fondo resta". Fumata nera anche per le Case della comunità, "qui la Regione ne ha stralciate quattro: Cernusco, Opera, Lacchiarella e Peschiera. Un altro taglio al quale si aggiunge la mancanza di un Ospedale di comunità nella Bassa Martesana-Paullese La riforma è una chimera". Ma ci sono problemi pure nella sola Casa inaugurata sinora: Vaprio. "Per farla funzionare servono risorse. C’è da recuperare il terreno perso sul fronte della prevenzione: il 28,5% sullo screening mammografico, il 20% sul pap-test, il 13 sui tumori del colon-retto. Numeri frutto della pandemia che devono far riflettere".

«C’è bisogno di un vero piano sull’organico e non di medici a gettone - rincara Vittorio Agnoletto del Coordinamento lombardo per il diritto alla salute - altrimenti anche in territori così sguarniti rischiamo che siano i malati a pagare il prezzo della disorganizzazione". L’Asst parla di problemi generalizzati che non riguardano solo questa fetta di hinterland: "La vicenda della Psichiatria di Melzo è emblematica - sottolinea il direttore generale Francesco Laurelli - specialisti in questa delicatissima branca sono una rarità e non è una scusa per fare di mal comune mezzo gaudio, l’ultimo concorso ci ha portato a selezionare due dottori sui 9 necessari per riaprire, ma non demordiamo. L’obiettivo è tornare a fianco dei malati".