Indagati dalla Procura e sottoposti ad un procedimento disciplinare interno. È la sorte degli agenti della Polizia locale protagonisti del video in cui manganellano e prendono a calci ripetutamente una donna transessuale, conosciuta come Bruna. Tre dei quattro agenti sono iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni aggravate anche dall’abuso della pubblica funzione. Nell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Giancarla Serafini, non è stato indagato invece il quarto agente, una donna, che non ha preso parte alle presunte violenze.
Per tutti e quattro i vigili scatterà anche un procedimento disciplinare, come ha annunciato il sindaco Giuseppe Sala, secondo cui il comportamento degli agenti così come si vede anche nel video "appariva grave e non in linea con il modus operandi dei tanti ghisa che quotidianamente si impegnano con dedizione per la nostra città".
Una sensazione confermata dalla relazione che il comandante della Polizia locale, Marco Ciacci, ha consegnato ieri nelle mani del primo cittadino. "Dopo aver raccolto informazioni, Ciacci mi ha formalmente presentato un quadro più preciso dell’accaduto e ciò mi porta a confermare la valutazione del primo momento", ha spiegato ancora Sala. "Ritengo perciò sia doveroso a questo punto l’avvio del procedimento disciplinare di pertinenza dell’amministrazione comunale, in attesa che l’autorità giudiziaria completi valutazioni più approfondite e intervenga con i provvedimenti di sua competenza".
I quattro agenti rischiano adesso dalla sospensione al licenziamento, provvedimenti che saranno valutati dagli uffici competenti.
Ieri Bruna, la donna trans fermata dai vigili perché secondo la loro ricostruzione stava dando fastidio ai bambini della scuola del parco Trotter, ha presentato la denuncia annunciata per lesioni aggravate dall’abuso della pubblica funzione e dalla discriminazione. La sua legale ha ipotizzato anche la tortura e l’aggravante che punisce i reati commessi "con le finalità di discriminazione etnica, razziale e religiosa". Secondo la donna, infatti, gli agenti si sarebbero accaniti su di lei in quanto transessuale.
Ricevuta la relazione degli investigatori con le identificazioni precise divenute possibili attraverso i frame dei video acquisiti, i pm Siciliano e Serafini, col coordinamento del procuratore Marcello Viola, hanno iscritto il terzetto di vigili. Due, in particolare, avrebbero avuto i comportamenti più violenti, tra manganellate, calci e spray al peperoncino spruzzato in viso, ma anche il terzo agente avrebbe partecipato. "Qui si parla anche di tortura e mi sembra assurdo - ha detto invece il segretario del sindacato Sulpl Daniele Vincini - II nostri colleghi sono sotto choc, sottoposti alla gogna mediatica e massacrati da tutti".