Prima il pestaggio davanti al distributore automatico, calci e pugni, in viale Gavazzi, poi la fuga interrotta da sette coltellate in via Monte Grappa. Il ragazzo di 19 anni aggredito da due uomini incappucciati a Melzo si accascia sull’asfalto. L’assalto si è consumato lunedì sera alle 23.30. La corsa in ambulanza al San Raffaele, il delicato intervento per salvarlo dalle ferite all’addome e al torace e un’indagine che avrebbe già messo gli uomini del capitano Giuseppe Verde sulle tracce degli assalitori. Sotto la lente, l’analisi di immagini in arrivo dalle telecamere e le parole preziose dei testimoni. I carabinieri di Pioltello stanno ricostruendo l’episodio e scavano nella vita del ragazzo, studente italiano di origini albanesi che ha abbandonato i libri e che l’altra sera era con tre amici alla macchinetta sul vialone principale della città, quando è stato malmenato. È cominciato tutto a freddo senza nessun contatto fra la comitiva e gli assalitori. I due si sono avventati su di lui, assestandogli una gragnuola di colpi. Il 19enne è scappato, ma entrambi l’hanno braccato finché uno di loro ha estratto la lama, un coltello da cucina lungo 13 centimetri, ritrovato poco dopo dagli investigatori per terra, accanto al corpo, e ha colpito a ripetizione con rabbia. Poi, i due sono scappati. Sarà il ragazzo a raccontare la terribile sequenza, quando potrà farlo. Dopo l’operazione è ancora in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita. Intanto, dalla sua fedina penale emergono precedenti per reati contro il patrimonio. Le modalità dell’agguato fanno pensare a un regolamento di conti, le piste sono già state scremate, ma per stringere il cerchio serve il contributo del ferito. L’arma è stata inviata alla scientifica per l’analisi delle impronte.
Barbara Calderola