San Giuliano Milanese (Milano) - Quarantacinque cani sotto sfratto, ultimo appello del presidente dell’associazione Pet Rescue Italia, che a San Giuliano ha in capo l’omonimo rifugio per quattrozampe: "Aiutateci a trovare una nuova sede".
Dopo cinque anni di attività con migliaia di cani assistiti e dati in adozione, è partito il countdown per il sodalizio che dal 2017 opera a Cascina Santa Brera e che a breve dovrà fare fagotto. L’area sulla quale sorge il rifugio, ricavata su una porzione di un centro cinofilo preesistente, è stata nel frattempo venduta e il nuovo proprietario non è interessato al mantenimento di questa attività. Non solo. Su Pet Rescue grava un’ingiunzione di Ats che contesta alcune irregolarità, come la costruzione di box abusivi e il mancato rispetto delle distanze dal centro abitato. "Le distanze dall’abitato? La normativa è cambiata nel frattempo, quando ci siamo insediati era tutto regolare. E la costruzione dei box risale a prima del nostro arrivo - puntualizza Gianluca Maletti, presidente e fondatore dell’associazione -. Comunque adesso l’importante è fare in fretta: bisogna individuare una nuova area ed essere in possesso di un progetto per il trasferimento. Il tutto entro dicembre. Altrimenti dovremo cessare l’attività".
Un’attività che già è stata ridotta rispetto al passato (normalmente il rifugio ospitava una media di 100 cani), visto il contesto d’incertezza: "Oggi in custodia ci sono 45 esemplari", prosegue Maletti, evidenziando la funzione sociale del rifugio, che negli anni non solo ha contribuito alla lotta al randagismo e all’abbandono, ma ha anche ospitato scolaresche e dato l’opportunità di svolgere lavori socialmente utili. "In 5 anni siamo diventati una delle associazioni del settore più conosciute in Italia, con un flusso di 350 adozioni all’anno e percorsi di rieducazione specifici per ogni animale. Crediamo di aver dato un contributo importante".
Il problema si trascina da mesi. "Abbiamo avuto contatti con diversi soggetti politici, dalla Regione ad alcuni Comuni, ma ad oggi non abbiamo ricevuto nessun aiuto concreto. Serve un terreno dai 10 ai 20 mila metri quadrati, in un qualunque comune del Milanese, e un affiancamento nell’iter burocratico" - è l’appello che Maletti rivolge a istituzioni ma anche a privati.