
La prova cronometro delle vaccinazioni in Fiera
Milano, 10 febbraio 2021 - Resta alta la conflittualità tra Regione Lombardia e strutture governative sul piano vaccini, riattizzata anche dal leader della Lega Matteo Salvini che ieri, all’uscita dall’incontro col premier incaricato Mario Draghi, ha ribadito d’avergli chiesto "un cambio di passo". Il governatore Attilio Fontana trova "incredibile" che il ministero della Salute "abbia bloccato la valutazione" da parte del Cts nazionale del “piano Bertolaso“ per la vaccinazione di massa di 6,6 milioni di lombardi tra il 12 aprile e il 21 giugno. Il capo di gabinetto del ministero ha scritto al Cts ricordando che il piano vaccini "ha valenza nazionale" e "ogni atto delle Regioni può essere valutato dal ministro" "purché in linea con le indicazioni del piano nazionale". Il coordinatore Agostino Miozzo conferma che il comitato tecnico-scientifico su richiesta del ministero non ha discusso il piano "ma l’ho letto e mi è sembrato ottimo, non entra nella strategia decisa dal Governo col commissario" Domenico Arcuri.
Appena ventiquattr’ore prima il commissario Arcuri si era scontrato con la vicepresidente lombarda al Welfare Letizia Moratti, che aveva chiesto "certezze" sui vaccinatori a pagamento reclutati via call commissariale. Lo staff di Arcuri sostiene di aver selezionato 229 tra medici, infermieri e assistenti sanitari per la Lombardia, e che non sono ancora in servizio perché mancano le visite mediche delle Ats. Moratti ha replicato che alla Lombardia ne erano stati assegnati il doppio (460) per la fase 1, a fronte di mille richiesti, e che il numero s’è ulteriormente assottigliato a causa di rifiuti, visite rinviate per motivi personali e ritardi nella stipula dei contratti da parte dell’agenzia interinale Manpower, vincitrice dell’appalto per il reclutamento nazionale; contratti che prevedono turni sotto le otto ore rigorosamente dal lunedì al venerdì.
Prendiamo il caso dell’Ats Metropolitana, che Il Giorno ha potuto ricostruire grazie a fonti della Regione: la struttura commissariale le aveva assegnato, via Manpower, 180 dei 460 vaccinatori, e a fine gennaio l’Ats li ha distribuiti tra 8 Asst sede di hub vaccinali (le strutture che al momento erogano l’antiCovid), che hanno chiesto in tutto 57 medici, 95 infermieri e 28 assistenti sanitari. Ma gli elenchi poi trasmessi da Manpower alle Asst contenevano solo 78 nominativi (60 di medici, 14 di infermieri e 4 di assistenti sanitari), 102 meno dei vaccinatori promessi. Che sono diventati 113 in meno quando gli hub hanno iniziato a contattarli, dato che undici (di cui dieci medici) hanno rifiutato: il totale a ieri era ridotto a 67, dei quali 50 medici (48 hanno la visita già programmata), 3 assistenti sanitari (dei 4 nomi arrivati su 28, uno ha declinato; dei restanti 3 due hanno la visita programmata) e 14 infermieri, che hanno tutti accettato (11 hanno la visita programmata). A perderne di più è stata l’Asst Melegnano-Martesana: su 33 vaccinatori promessi si è vista presentare da Manpower appena sette nomi, e solo in 4 hanno accettato (hanno tutti la visita programmata); tra i no figura l’unico infermiere indicato dall’agenzia su 20 attesi. Ne ha avuto così uno in più l’Asst Fatebenefratelli-Sacco, che comunque segue a ruota per sfortuna: 22 nominativi ricevuti su 39 attesi, 18 hanno accettato; undici sono medici (su 16 segnalati dall’interinale, ma la richiesta era di 9); sei infermieri e un assistente sanitario, contro i 15 attesi per ciascuna categoria. Anche l’Asst Rhodense ha avuto venti vaccinatori meno dei 25 promessi (7 nominativi, 5 hanno accettato), la Ovest Milanese meno 18 (otto nomi su 24, e sei sì), mentre la Nord Milano ne ha avuti 4 su 14 (tre medici su tre attesi, e un infermiere su 11) e l’Asst di Lodi 3 su 12, che hanno detto tutti di sì. È andata meglio al Niguarda (sei medici sui 10 richiesti più un infermiere fuori programma) e alla Santi Paolo e Carlo, che ha avuto tre nomi meno dei 23 promessi ma 20 sì su 20, anche se i medici sono 16 (quattro più degli 11 chiesti), gli infermieri e gli assistenti due e due (la richiesta era di sei e sei).
Intanto in Lombardia si avvia a concludere la fase vaccinale 1, cui hanno aderito 319.952 tra sanitari “pubblici“ e Rsa (il 93% del target); oggi come annunciato parte la fase 1-bis che riguarda altri 107.425 lombardi, tra i quali i sanitari liberi professionisti come dentisti e farmacisti.