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Il Piano Casa del Comune: 10mila alloggi low cost in 10 anni. Le zone, i tempi e la “quadra” economica

L’obiettivo è partire entro dicembre con il bando per i primi quattro terreni. Al centro del progetto un innovativo metodo di collaborazione fra pubblico e privato

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A sinistra l’ex Palasharp dismesso dal 2012: è una delle aree per le nuove case low cost

Milano, 25 ottobre 2024 – Diecimila nuove case a prezzi calmierati costruite entro dieci anni: 6.500 alloggi in città e 3.500 nell’hinterland. Il Piano straordinario per la Casa presentato ieri dal sindaco Giuseppe Sala e dall’assessore alla Casa Guido Bardelli parte da questi numeri. Ma non sono i soli, in questo Piano approvato ieri mattina dalla Giunta. Il primo cittadino spiega che l’amministrazione vuole dare una prima risposta al problema del caro affitti che affligge il capoluogo lombardo da anni: “Vogliamo aiutare quei cittadini che hanno un reddito tra 1.500 e 2.500 euro al mese e che hanno bisogno di case in affitto con un canone di locazione che non superi gli 80 euro al metro quadrato all’anno, con affitti a lungo termine”.

La strategia

Per raggiungere questo obiettivo, Palazzo Marino è pronto a mettere a disposizione delle imprese costruttrici, mantenendo la nuda proprietà e cedendo in diritto di superficie per 90 anni, 21 aree in città e 4 nell’hinterland. Sala e Bardelli aggiungono che si partirà subito da quattro aree: ex Palasharp, Porto di Mare, via San Romanello e via Demostene.

“Entro dicembre lanceremo la manifestazione d’interesse per queste quattro aree e chiederemo una risposta entro 60-90 giorni – detta i tempi l’assessore –. Questo sarà il punto cruciale della procedura, perché capiremo se i privati vogliono accettare la sfida e concordare i contenuti dell’accordo tra pubblico e privato”.

L’auspicio è che “entro il 2025” si concluda la procedura ed “entro la fine della consiliatura, nel 2027, ci siano i cantieri. Ma per Porto di Mare, probabilmente, l’iter sarà un po’ più lungo”.

La “quadra”

Lo schema economico dell’operazione è simile a quello adottato negli anni scorsi dal concorso Reinventing Cities. “La sfida è complessa, ma interessante – continua Bardelli –, perché pone un metodo innovativo di partnership tra pubblico e privato, in cui il pubblico, oltre a conferire le aree in diritto di superficie, richiede una serie di limiti nella gestione delle aree: l’affitto permanente per la parte prevalente degli immobili che saranno realizzati e il canone calmierato che non dovrà superare gli 80 euro al metro quadrato per venire incontro a quelle categorie di reddito che non sono garantite né dal sistema dell’Edilizia residenziale pubblica né dall’Ers su aree private che si attesta su canoni dai 120 ai 150 euro al mq”.

Le 25 aree indicate potrebbero essere conferite gratuitamente o per un euro simbolico per realizzare gli alloggi low cost: “Siamo disposti ad arrivare fino a un prezzo gratuito se il piano economico finanziario ci dimostrerà che la gratuità è necessario per sostenere l’intera operazione, comprese le bonifiche, che potrebbero essere in conto prezzo sulla parte di residenza in proprietà che queste aree hanno, ai sensi del Pgt”.

La convinzione

Aree pubbliche assegnate gratuitamente? Il Comune non teme un intervento della Corte dei Conti? L’assessore lo esclude: “Le aree sono destinate a servizi di interesse generale e dunque non temiamo contestazioni. Va ricordato che in tutte le operazioni precedenti legate al bando Reinventing Cities la parte per la locazione è sempre stata ceduta a prezzo di un euro a mq. Già allora si riteneva che l’affitto convenzionato sia servizio di interesse generale e quindi non necessiti di una valorizzazione economica che comprometterebbe la natura del servizio stesso”.

Oltre ai 10 mila alloggi del Piano Casa, il Comune conta sui nuovi 8 mila appartamenti in edilizia convenzionata che sorgeranno nelle aree riqualificate degli ex scali ferroviari e dell’ex Macello. E sulla riqualificazione di parte delle mila case popolari sfitte gestite da Mm e Aler.