ANDREA GIANNI
Cronaca

Urbanistica nel caos a Milano, ritorno in piazza Aspromonte dove tutto è cominciato. La rabbia di chi si è trovato un palazzo di 7 piani nel cortile di casa

Il progetto Hidden Garden, l’esposto che innescò la prima inchiesta della Procura di Milano non ha fermato l’opera. “A Palazzo Marino nessuno ci ha mai voluto ascoltare e noi stiamo subendo pesantissimi danni. Questa città è irriconoscibile”

Il palazzo in piazza Aspromonte finito al centro di una delle inchieste aperte dalla Procura

Il palazzo in piazza Aspromonte finito al centro di una delle inchieste aperte dalla Procura

Milano, 8 marzo 2025 – “In tutti questi anni non ci siamo sentiti tutelati e ascoltati dal Comune: il risultato è che ora ci ritroviamo con un palazzo costruito nel cortile”. Paola Barba ritorna con la memoria all’autunno del 2019, quando iniziarono le prime mobilitazioni contro il progetto “Hidden Garden“ in piazza Aspromonte, sfociate in un esposto presentato a luglio del 2022 alla Procura di Milano attraverso l’avvocata Veronica Dini. Da piazza Aspromonte è partito tutto, perché è stata aperta la prima della serie di inchieste che hanno messo sotto la lente progetti di rigenerazione urbana che hanno cambiato il volto di quartieri della città. Un’inchiesta, per presunti abusi edilizi legati al progetto sviluppato dalla Bluestone, dall’iter travagliato. Nel 2022 era stato eseguito un sequestro d’urgenza del palazzo di sette piani sorto all’interno del cortile. Sequestro che, però, non è stato convalidato dal gip e anche il Riesame, poi, non ha accolto il ricorso dei pm. Era arrivato, in seguito, un annullamento con rinvio del mancato sequestro da parte della Cassazione, su ricorso dei pm. E poi una nuova decisione del Riesame sul no al sequestro, confermata infine in via definitiva dalla Suprema Corte. Nel frattempo il palazzo è stato costruito, nonostante le proteste di chi vive nella zona (tra loro anche il celebre organizzatore di eventi Marco Balich), e si sta popolando di nuovi abitanti. 

Il palazzo di architettura ultramoderna contrasta con l'edificio "classico" di fronte al quale è affacciato
Il palazzo di architettura ultramoderna contrasta con l'edificio "classico" di fronte al quale è affacciato

Paola Barba, dalle vostre battaglie nel quartiere si è innescata una valanga.

“Il passo indietro del Comune sul Salva Milano mi rende felicissima. Il problema è che il palazzo contro cui ci siamo battuti è stato edificato, dichiarando che non è un cortile quello che invece è sempre stato considerato un cortile. Non è ancora del tutto abitato, ma i 45 appartamenti vengono progressivamente venduti. Per noi è un po’ una beffa, visto che altri progetti sono stati bloccati”.

Qual è l’impatto, per voi storici residenti?

“Affacciandoci dalla finestra ci troviamo di fronte un palazzo di sette piani. Poi ci sono i rumori, il passaggio di più persone rispetto a prima. C’è il tema della sicurezza, perché quando è scoppiato un incendio nel cantiere la camionetta dei vigili del fuoco non è riuscita a entrare. È un palazzo, inoltre, che stona anche dal punto di vista estetico, perché non c’entra nulla in un contesto di case degli anni ’30 del Novecento”.

Che cosa chiedete?

“La speranza è che almeno ci vengano riconosciuti i danni, dopo che abbiamo dovuto sopportare per anni la presenza del cantiere, e che venga fatto qualcosa per il quartiere. Un palazzo così, oggi, non verrebbe di certo autorizzato”.

Ci sono state interlocuzioni con il Comune?

“Proviamo amarezza perché non ci siamo mai sentiti tutelati dal Comune. È ovvio che i costruttori fanno i loro interessi, ma da un ente pubblico mi aspetterei un atteggiamento diverso. Io ho anche votato Sala per due volte, ma le promesse di trasparenza e ascolto sono state completamente disattese. Abbiamo anche incontrato l’assessore Tancredi, ma senza ottenere nulla di concreto. Adesso speriamo solo che non si verifichino più altri casi come il nostro, che si reinvestano gli oneri di urbanizzazione per migliorare la città e i servizi per i cittadini. Vivo a Milano da quando avevo 19 anni, qui sono cresciuti i miei figli, ma è una città che non riconosco più”.