Qui, il 22 marzo 1848, venne spezzata l’ultima resistenza degli austriaci: in ricordo dell’insurrezione fu eretto un obelisco, attorniato da cinque figure femminili, allegorie della rivolta con cui Milano si liberò degli occupanti. Nella cripta al di sotto del manto stradale sono ancora conservate le ossa dei caduti, mentre l’obelisco è ora sottoposto a un intervento di restauro e interamente rivestito da ponteggi: inaugurato nel 1895, svetta al centro di piazza Cinque Giornate, al posto dell’antica Porta Tosa, di cui restano solo i due caselli daziari.
"Qui si incontrano le arterie di corso di Porta Vittoria/corso Ventidue Marzo e la circonvallazione interna: intorno alla piazza è un brulicare di auto e tram", osserva Marisa Gatti, che abita vicino. "È una zona molto trafficata, inquinata e rumorosa - conferma Emanuela Mansi, fiorista della piazza - Per noi commercianti che abbiamo le porte aperte è terribile". Ma al di là del caos e dello smog, resta un luogo di grande valore storico, dove venne scritta una delle pagine più importanti della storia di Milano.