
Il giorno dopo l’incendio, il terzo in quattro giorni, che ha inghiottito una porzione di piazza d’Armi creando disagio anche sulle strade attorno, con tanto di chiusura di una fermata della metropolitana (Inganni), e nella vicina caserma, si fa il punto della situazione. Come evitare nuovi focolai? "La prima azione sarà la rimozione dei materiali a rischio a partire dalle bombole di gpl, molto numerose, operazione che verrà effettuata da un impresa per conto di Invimit con l’assistenza di vigili del fuoco e polizia locale". Lo scrive l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli in un post su Facebook, che ieri ha coordinato un incontro sul posto: intervenuti Invimit, la società che gestisce l’area per conto della proprietà, vigili del fuoco, polizia locale, Protezione civile del Comune, impresa che si occupa dei lavori e Municipio 7.
Presenti anche polizia di Stato e carabinieri, in accordo con la Prefettura. La priorità è anche "controllare l’intero perimetro per definire e attuare le chiusure di tutti i varchi e facilitare l’attività di presidio della sicurezza privata che andrà potenziata e coordinata maggiormente con le forze dell’ordine e polizia locale. Parallelamente saranno anche completate le operazioni di sgombero delle persone che occupano alcuni ambiti dell’area. Tutte le operazioni saranno svolte tutelando al massimo la flora e la fauna del luogo". Sabato, il tutor della colonia felina che è autorizzato a entrare nel sito, dove oltre a una cinquantina di gatti vivono ricci e altri animali selvatici, si è trovato a fronteggiare le prime colonne di fumo. Roghi “sospetti“ avvenuti fin da martedì, dopo lo sgombero del terreno.
"Io – racconta – ero nell’area quando ho visto divampare le fiamme. Prima avevo notato due persone intrufolarsi". Nella zona, con il passare degli anni, si era creata una baraccopoli abusiva, con orti nati senza permesso e varie attività illecite "tra cui un “mattatoio“ – fanno sapere i cittadini del quartiere –, in cui venivano macellati capretti, conigli e altri animali". La svolta arriverà? In vista c’è la trasformazione di quest’area di oltre 600mila metri quadrati un tempo di proprietà di ministero della Difesa e Agenzia del Demanio, trasferita nel 2016 al fondo I3-Sviluppo Italia-8 quater gestito da Invimit tra le vie Mazzarino, Domokos, Olivieri e Forze Armate. Il Piano di governo del territorio destina il 75% a parco e prevede la riqualificazione degli ex magazzini militari.